Stellantis (Exor) fa l’indiana, vende Iveco e distribuisce dividendi. Stop
Stellantis (Exor) fa l’indiana, vende Iveco e distribuisce dividendi. Stop. La multinazionale cede la divisione dei veicoli commerciali dello storico marchio

Stellantis (Exor) fa l’indiana, vende Iveco e distribuisce dividendi. Stop
Stellantis (Exor) fa l’indiana, vende Iveco e distribuisce dividendi. Stop. La multinazionale cede la divisione dei veicoli commerciali dello storico marchio
Stellantis (Exor) fa l’indiana, vende Iveco e distribuisce dividendi. Stop
Stellantis (Exor) fa l’indiana, vende Iveco e distribuisce dividendi. Stop. La multinazionale cede la divisione dei veicoli commerciali dello storico marchio
E così Stellantis (la controllante Exor, certo, ma cerchiamo di badare al sodo) ha ceduto la divisione dei veicoli commerciali dello storico e glorioso marchio Iveco, vendendolo agli indiani di Tata.
Per quanto riguarda il settore di difesa della stessa Iveco, almeno questo resta in Italia e va a Leonardo, ancor più grande player internazionale. Quello che Stellantis è sempre meno.
Grazie alla cessione, si annuncia un dividendo straordinario per gli azionisti di Iveco. Probabilmente gli unici felici dell’ennesima, infelice ritirata di quello che fu il primo gruppo automobilistico italiano e che oggi semplicemente non si capisce cosa sia.
Non è la prima volta che scriviamo di Stellantis. Quest’ultima, è ora ridotta ormai a collezionista di risultati negativi che non sembrano aver fine. Devastata da una serie incredibile di errori di gestione che l’hanno portata a essere sempre e comunque fra gli ultimi della fila di qualsiasi classifica sui costruttori europei di automobili.
Del resto, una sola cosa ha fatto bene Stellantis negli ultimi anni: distribuire dividendi. E in questo – purtroppo – riscontriamo un’assoluta continuità fra la fallimentare gestione Tavares e l’avvio della nuova affidata al napoletano Filosa.
Ora si dirà che è tutto parte di una necessaria riorganizzazione dell’attività industriale, della volontà di concentrarsi sul core business di Stellantis, eccetera, eccetera.
Continuiamo a non vedere uno straccio di prospettiva, un modello che sia degno di attenzione sul mercato internazionale.
Una macchina su cui puntare per costruire le basi di un rilancio in cui continuiamo a credere in onore della storia dell’auto nel nostro Paese e dell’impareggiabile know how di quel quello che fu il gruppo Fiat e il suo straordinario indotto.
Dopo l’ultimo intervento, abbiamo ricevuto messaggi di dipendenti e collaboratori Stellantis addolorati dalle parole da me rivolte al loro gruppo: una testimonianza di passione e senso dell’azienda che avremmo voluto vedere ai più alti livelli di un’azienda ridotta ormai a comparsa nella grande storia dell’auto.
Di Fulvio Giuliani
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