Uno zaino per sette fratelli, parla Aldo Di Stasio di Seven-Invicta
Seven come sette erano i fratelli Di Stasio, imprenditori lungimiranti e leader dal 1973 nel mondo zaini e scuola in Italia
Uno zaino per sette fratelli, parla Aldo Di Stasio di Seven-Invicta
Seven come sette erano i fratelli Di Stasio, imprenditori lungimiranti e leader dal 1973 nel mondo zaini e scuola in Italia
Uno zaino per sette fratelli, parla Aldo Di Stasio di Seven-Invicta
Seven come sette erano i fratelli Di Stasio, imprenditori lungimiranti e leader dal 1973 nel mondo zaini e scuola in Italia
Seven come sette erano i fratelli Di Stasio, imprenditori lungimiranti e leader dal 1973 nel mondo zaini e scuola in Italia
Negli anni Sessanta il calzolaio Pasquale Di Stasio aprì a Torino la sua prima bottega. Erano tempi in cui il lavoro bisognava andarselo a cercare, magari anche creare dal nulla. «Qui in Piemonte l’unica alternativa al lavoro in Fiat era inventarsi qualcosa. Da autodidatti abbiamo acquistato una macchina da cucire e dato spazio alla nostra inventiva e manualità. Un sabato – perché durante la settimana non c’era tempo – ci siamo chiesti: perché non facciamo anche noi gli zaini come Invicta? Il primo lo ricordo ancora, era già bello…».
A parlare è Aldo Di Stasio, amministratore delegato di Seven, quinto dei sette fratelli da cui prende il nome la piccola bottega di Leini (a una cinquantina di chilometri da Torino) diventata a partire dagli anni Novanta azienda leader nel mondo scuola e non solo. Dal 1973 accompagna le generazioni con lo stesso spirito di famiglia degli esordi ma con un’anima rivoluzionaria, riuscendo a evolversi senza mai snaturarsi.
«All’epoca non potevamo permetterci un’agenzia pubblicitaria. Così, al momento di decidere come chiamarci, abbiamo fatto semplicemente la conta dei fratelli: sette, seven appunto. Era perfetto per rappresentare il nostro spirito di squadra familiare e di apprendisti di noi stessi» racconta Di Stasio. Seven diventò presto il competitor principale del colosso Invicta, sul mercato già dal 1906 e in Italia modello di riferimento durante gli anni Ottanta. «Ricordo ancora i libri portati a scuola con l’elastico. Poi, a partire dagli anni Novanta, c’era solo il nostro zaino sulle spalle delle nuove generazioni. Avevamo guardato al leader con ammirazione e non solo lo avevamo raggiunto, ma addirittura superato».
E infatti nel 2006 Seven acquistò Invicta: «Per una piccola realtà nata dal nulla come la nostra è stato un orgoglio. Abbiamo acquistato la Storia: non tutti sanno ad esempio che è di Invicta il primo brevetto per il marsupio (nato come cintura per gli sciatori) così come quello delle bretelle ‘a x’. Come dimenticare poi gli intramontabili guanti usati da Alberto Tomba?». Secondo Di Stasio lo zaino Jolly è stato il primo vero social network: «Tutti ci scrivevano sopra i propri pensieri, ogni zaino raccontava una vita ed è per questo che – ne ho avuto conferma negli anni – nessuno ha mai buttato un suo zaino Invicta».
Oggi il gruppo – controllato da Green Arrow Capital – continua a crescere in termini di fatturato, di mercati (con una distribuzione in 25 Paesi, Spagna e Germania in primis, ma anche online) e una sensibilità crescente verso l’etica professionale e la sostenibilità. Il mese scorso Seven ha ottenuto la qualifica di Società Benefit: «Dal 2019 ricicliamo bottiglie in Pet per la realizzazione dei tessuti dei prodotti, mentre nel 2021 abbiamo lanciato il primo zaino realizzato quasi completamente con componenti riciclati. Sappiamo che per le aziende questi processi hanno un costo elevato, ma è stata da subito una nostra scelta: pensiamo che il futuro sia anche quello che ci impegniamo a lasciare agli altri. Giuro, senza retorica».
Con oltre 350 tonnellate di plastica riciclata in cinque anni, insieme a politiche aziendali di riforestazione e al rifiuto di manodopera a basso costo, Seven punta ai fatti: «Vorrei solo che le aziende non usassero questi temi come propaganda alla ricerca unicamente di vantaggi economici». Il prossimo obiettivo è ottenere la certificazione B Corp, che consentirà a Seven di distinguersi ulteriormente sul mercato in un contesto in cui sempre più consumatori optano per acquisti consapevoli cercando marchi che incarnino valori condivisi di sostenibilità e responsabilità sociale.
Di Stasio cura molto anche il benessere dei lavoratori: «In molte aziende la qualità del lavoro viene spesso valutata solo in termini di tempo. Quando mi capita di vedere un mio dipendente oltre l’orario di ufficio gli chiedo sempre “Ma cosa fai ancora qui? Torna a casa”. È necessario un corretto bilanciamento tra le parti, vivere per non perdere mai quella curiosità che è stata per noi fratelli il motore che ci ha permesso di osservare i cambiamenti della società, anticiparne i desideri e diventare ciò che siamo. E come puoi farlo se non ti guardi intorno e resti curvo sulla tua scrivania?».
di Raffaela Mercurio
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