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Avanti con la vaccinazione ma attenzione sull’obbligo del Green Pass

Continuare con le vaccinazioni è fondamentale, ma non dimentichiamoci dell’importanza del dibattito pubblico.

Avanti con la vaccinazione ma attenzione sull’obbligo del Green Pass

Continuare con le vaccinazioni è fondamentale, ma non dimentichiamoci dell’importanza del dibattito pubblico.

Avanti con la vaccinazione ma attenzione sull’obbligo del Green Pass

Continuare con le vaccinazioni è fondamentale, ma non dimentichiamoci dell’importanza del dibattito pubblico.
Continuare con le vaccinazioni è fondamentale, ma non dimentichiamoci dell’importanza del dibattito pubblico.
La storia del pensiero liberale vede il dubbio come linfa vitale del progresso, ed è da qui che partirei per ragionare sul Green Pass. Prima però intendo sgombrare il campo da futili ammiccamenti: credo fermamente nel vaccino, auspico una campagna vaccinale consapevole e di massa. Se è vero che il liberalismo è soprattutto metodo, arriviamoci per contrarietà. Meno politica, più tecnica. In che direzione ci muoviamo? La giustificazione esclusivamente sanitaria del Green Pass esonera la politica dal suo ruolo guida, aprendo una voragine per chi, con intenti autoritari, intenda scalare la comunità scientifica. Una sola opzione possibile? Diciamoci la verità. Probabilmente le politiche franco-italianesi dimostreranno le più efficaci per il raggiungimento della maggiore copertura vaccinale. Tuttavia, la strada danese o quella statunitense sarebbero state altrettanto percorribili. La nostra stampa esercita le sue prerogative di critica e controllo sul potere? Non proprio. L’obbligatorietà del Green Pass legata alla condizione dell’informazione rischia di creare un precedente per l’annientamento del dibattito pubblico su un tema che coinvolge la vita di tutti. Non solo: in questa cavalcata pazza contro le verità si cede terreno ai santoni che nelle crepe di un discorso semplificato trovano lo spazio per la loro becera propaganda. E quindi? Gli irrisolti. Pur senza stonati riferimenti a regimi totalitari, vediamo come si stia procedendo all’esclusione di un’intera categoria di persone dalla vita pubblica. Oltre a ciò, riusciremo a conciliare il diritto alla privacy del lavoratore e la necessità dell’azienda di organizzare gli spazi del lavoro? Infine, riteniamo corretta la possibilità di de-mansionare un dipendente arrivando a licenziarlo perché non vaccinato? Non ho nessuna granitica certezza, ma, per chiudere il cerchio de(l)La Ragione, spero di aver insinuato in voi il tarlo del dubbio, l’unica lente possibile per non schiantarsi in un mondo complesso e in trasformazione. di Nicolò Milanesio Arpino

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