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Il valore dei filosofi nel mondo aziendale e giornalistico

Il ritorno della figura spesso sottovalutata dei filosofi e la loro importanza per l’innovazione aziendale e la collocazione nello scenario internazionale.

Il valore dei filosofi nel mondo aziendale e giornalistico

Il ritorno della figura spesso sottovalutata dei filosofi e la loro importanza per l’innovazione aziendale e la collocazione nello scenario internazionale.

Il valore dei filosofi nel mondo aziendale e giornalistico

Il ritorno della figura spesso sottovalutata dei filosofi e la loro importanza per l’innovazione aziendale e la collocazione nello scenario internazionale.
Il ritorno della figura spesso sottovalutata dei filosofi e la loro importanza per l’innovazione aziendale e la collocazione nello scenario internazionale.
La figura del laureato in filosofia è fortemente sottovalutata tanto nel panorama aziendale italiano quanto in quello giornalistico. L’errore frequente è collocare la filosofia in una dimensione meramente speculativa e metafisica, distaccata dal mondo pratico. Niente di più falso. Per saper ragionare in concreto bisogna saper ragionare in astratto. Le aziende della Silicon Valley, come Google ed Apple, le aziende di Elon Musk e varie altre, hanno compreso le potenzialità della filosofia e dei filosofi tanto da creare una nuova carica manageriale, quella del CPO (Chief Philosophy Officer). I CPO lavorano sull’innovazione delle aziende e sulla loro collocazione all’interno dello scenario internazionale. Fare innovazione vuol dire introdurre sistemi e criteri nuovi. La filosofia insegna, l’osservazione, il ragionamento, il metodo, tutte caratteristiche fondamentali per il lavoro del CPO. Viviamo in un’era globalizzata in cui i cambiamenti sono tanto numerosi quanto veloci, per cui diventa fondamentale questo lavoro di analisi che permette di innovarsi e differenziarsi, di combinare etica e sviluppo, e di fare previsioni per il futuro.

Dunque, il manager filosofo lo si può definire un professionista riflessivo, e il suo spazio è uno spazio analitico-sintetico.

Il laureato in filosofia può certamente costituire una risorsa anche all’interno delle redazioni giornalistiche, nell’analisi delle vicende umane e nella produzione di contenuti. Riprendendo Foucault, il giornalismo ha bisogno della filosofia per “creare i presupposti del pensiero critico”. Fare critica vuol dire interpretare e valutare fatti e fenomeni. Lo strumento per fare vera critica è la filosofia, in quanto in grado di riflettere sull’eterogeneità dei singoli fatti sociali, politici, economici, e ordinarli secondo una visione sistemica e totalizzante. Pare, dunque, che per noi giovani filosofi qualcosa si stia muovendo. L’auspicio è che sempre più aziende e giornali possano credere e investire su queste nuove figure professionali.   Di Ilaria Volante

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