Oroscopo.
Esistono, essenzialmente, due categorie di persone: chi crede nell’oroscopo e non lo nasconde e chi dice di non crederci e copre lo schermo del proprio smartphone in metro per non farsi sgamare dal pendolare ficcanaso mentre lo legge. Perché lo legge, si.
Negli ultimi anni, una terza categoria si fa spazio tra la folla astrale: quelli che leggono solo l’oroscopo di Rob Brezsny.
Doverosa premessa: io faccio parte di quella categoria.
Rob Brezsny è un poeta, scrittore e musicista ma anche, all’occorrenza, astrologo.
Da anni dispensa i suoi consigli su FreewillAstrology, su 133 testate in 13 lingue diverse e, in Italia, ogni giovedì su “L’Internazionale” riuscendo a coinvolgere anche i lettori più scettici. Cosa n’è stato dell’immortale Branko o del docile Paolo Fox, vi starete chiedendo. Che il declino di quest’ultimo sia il frutto della sua meravigliosa e riuscita previsione del 2020?
“Possiamo dire che questo è un anno di crescita, addirittura vantaggioso per i viaggi e gli spostamenti”.
Ah.
Ma torniamo al cosmopolita Rob. Cosa rende il suo oroscopo speciale?
Speciale è che non vi è la minima pretesa di dirci qualcosa di ovvio, d’infiocchettarci un futuro roseo, di ricordarci che l’acquario è tendenzialmente folle e l’ariete molto passionale.
Nient’affatto.
Lui stesso ama definirsi un “maestro ispiratore di curiosità”: nei suoi testi poesie, citazioni cinematografiche, miti fiabeschi e anche qualche supercazzola – và detto- ma con grande garbo e cultura.
La sua filosofia acquista sostanza negli anni 2000 durante il Festival Burning Man nel Nevada; si tratta di un festival definito dagli stessi ideatori un esperimento di comunità in cui i giovani si riuniscono per cantare, ballare e bruciare un enorme fantoccio di legno – “così, de botto, senza senso” per usare le parole del celebre telefilm Boris.
In quella occasione Rob si rese conto di come i giovani, condizionati dai media, dessero maggiore importanza alle notizie negative rispetto a quelle positive.
Da vero guru maturò il suo manifesto: il vero antidoto alla paranoia generata dai media è la pronoia, cioè credere fortemente al fatto che il mondo cospira per il nostro bene. Una sorta di: “Quel che ci succede è ciò che crediamo ci succederà”.
Leggere un suo oroscopo, in effetti, è l’equivalente di una seduta di yoga: non sai bene perché la stai facendo ma tutti dicono che faccia un gran bene.
Non è poi questo il successo che tiene ancora in piedi l’idea stessa dell’oroscopo?
Una moda, questo è certo, ma una moda intramontabile, capace anche di rigenerarsi con il tempo.
Non abbiamo più bisogno di sapere che la nostra giornata farà o ha fatto schifo perché questo lo sappiamo già da noi. Lo sappiamo perché siamo noi gli artefici della nostra vita ma quanto è bello leggere l’oroscopo e sentirci deresponsabilizzati.
“È colpa delle stelle, mica mia“.
Oggi, abbiamo voglia di rendere poetico il nostro tran tran quotidiano e Rob Brezsny, questo, lo sa. Lui non ci dice cosa fare ma ci invita ad una riflessione. Lui non ci parla ma evoca.
Con Rob Brezsny non dobbiamo avere più vergogna di urlare al mondo che crediamo ciecamente nelle stelle, anzi: è così dannatamente radical chic essere creduloni!
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