Aborto, polemiche e diritti
Aborto, polemiche e diritti
Aborto, polemiche e diritti
Prevedere soldi per le donne che decidono di non abortire e negare il diritto all’aborto non sono la stessa cosa. Eppure in questi termini viene posta la questione in Piemonte, primo caso a cui presumibilmente ne seguiranno altri: lì è stata approvata una norma regionale promossa da Fratelli d’Italia e appoggiata da altri partiti del centrodestra che prevede la possibilità per le associazioni Pro Vita di entrare nei consultori e negli ospedali, per incontrare le donne e spiegare loro che la Regione ha stanziato 460mila euro destinati a sostenere chi scelga di non abortire. Soldi per bollette, rate del mutuo e affitto ma anche per farmaci, pannolini e culle.
L’iniziativa vuole sostenere la linea di FdI, ovvero quella di provare a disincentivare l’aborto fornendo sostegno economico. Quei soldi finirebbero in mano a donne che diventano madri: in teoria una cosa positiva, se non fosse che è poi difficile distinguere chi abbia davvero bisogno di aiuto da quante invece ci marciano sopra. In ogni caso, non si tratta certo di negare il diritto all’aborto. Altra cosa è discutere la parte del provvedimento che prevede di non applicare la circolare del Ministero della Salute che prevede la distribuzione della pillola abortiva Ru486, che invece in altre Regioni viene messa a disposizione delle donne che vanno in ospedale per interrompere la gravidanza. Già prima delle elezioni si era capito che il tema del diritto all’aborto è tanto delicato quanto è chiara la linea del partito che le ha vinte. Discuterne ed eventualmente criticare è senz’altro legittimo, meno sparare dichiarazioni altisonanti («Viene negato il diritto all’aborto!», «Si mette in discussione la legge 194!») che non rendono un buon servizio alla realtà dei fatti.
La legge sull’aborto non è né sarà rimessa in discussione, al di là dell’opinione di Giorgia Meloni. Questa conquista di civiltà nel nostro Paese è al sicuro. Diversa è la questione dei medici obiettori di coscienza, del fatto che esistono zone del nostro Paese in cui è limitata la possibilità di abortire. Non per effetto di qualche legge ma soltanto perché non viene garantita una sufficiente presenza di medici che siano disposti a praticare l’interruzione di gravidanza. In un Paese che guarda al futuro dovrebbero essere assicurate entrambe le possibilità, in egual misura. Senza tornare ogni volta a fare battaglie e barricate che sanno di passato.
di Annalisa Grandi
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