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Stessa spiaggia, stesso mare, soliti ritardi

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Date un’occhiata a quello che sta succedendo all’aeroporto di Tirana, in Albania: le regine delle low cost europee, Ryanair e Wizzair, hanno fatto schizzare lo scalo

albania

Stessa spiaggia, stesso mare, soliti ritardi

Date un’occhiata a quello che sta succedendo all’aeroporto di Tirana, in Albania: le regine delle low cost europee, Ryanair e Wizzair, hanno fatto schizzare lo scalo

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Stessa spiaggia, stesso mare, soliti ritardi

Date un’occhiata a quello che sta succedendo all’aeroporto di Tirana, in Albania: le regine delle low cost europee, Ryanair e Wizzair, hanno fatto schizzare lo scalo

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Stessa spiaggia, stesso mare e soprattutto stessi ritardi. Ormai manca pochissimo – dal punto di vista organizzativo niente – alla prossima stagione estiva e si ha la sgradevole sensazione che un anno sia passato del tutto inutilmente. 

Ricorderete le furibonde polemiche che la scorsa estate scorso accompagnarono il clamoroso boom turistico dell’Albania, in buona misura consumato (magari con qualche esagerazione mediatica, ma anche molte ragioni) sulla pelle dell’offerta turistica balneare italiana. In particolar modo quella pugliese, che pur in un’annata globalmente positiva non fece registrare i numeri strabilianti a cui la regione si era abituata nelle stagioni precedenti. Anche in virtù di un continuo aumento dei prezzi non accompagnato (eufemismo) da un miglioramento adeguato dei servizi e dell’offerta complessiva. 

Il cuneo splendidamente utilizzato dai dirimpettai albanesi per piazzarsi mani e piedi nel mercato vacanziero di casa nostra e non solo. Bravi loro, tanto per cominciare, ma ricordiamo le polemiche, le accuse, la rabbia spesso ingiustificata di chi – fra i nostri operatori – si sentiva messo all’indice per le occasioni perdute. 

Sta di fatto che un anno dopo siamo esattamente lì: basti pensare che c’è voluto il Consiglio di Stato per dare una svegliata sulla sempiterna questione delle gare per le concessioni degli stabilimenti balneari. Non fosse stato per quella sentenza, altri mesi sarebbero passati in cavalleria. 

La speranza è quella di essere smentiti dalle scelte dei turisti nostrani e stranieri, ma dal nostro punto di osservazione non vediamo novità degne di questo nome e lo status quo, in questo settore, garantisce solo un progressivo depauperamento dell’offerta e a cascata del profitto. 

Date un’occhiata a quello che sta succedendo all’aeroporto di Tirana: le regine delle low cost europee, Ryanair e Wizzair, hanno fatto schizzare lo scalo a un volume di traffico che ha già superato tutta la Puglia messa insieme e sfiora la Campania: questo significa offrire una marea di collegamenti dal nostro paese al mare… albanese. Tu guarda.

Dormiamo, non studiamo adeguatamente i concorrenti, non offriamo soluzioni realmente innovative. La verità è che nella gran parte dei casi l’Italia si affida alla sua impareggiabile bellezza e a un nome senza pari, a un’allure che supera il tempo e i confini. 

Il problema è che il mondo si è messo ad andare maledettamente veloce, i protagonisti si moltiplicano e noi troppe volte sembriamo quelli che guardano la vita passare

di Fulvio Giuliani

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