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Alessandro preziosi legge Matteotti

Alessandro Preziosi legge l’ultimo discorso di Matteotti: è standing ovation

Nella giornata di celebrazione dei cento anni dalla morte di Giacomo Matteotti, Alessandro Preziosi ha raccolto una lunga standing ovation alla Camera

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Alessandro Preziosi legge l’ultimo discorso di Matteotti: è standing ovation

Nella giornata di celebrazione dei cento anni dalla morte di Giacomo Matteotti, Alessandro Preziosi ha raccolto una lunga standing ovation alla Camera

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Alessandro Preziosi legge l’ultimo discorso di Matteotti: è standing ovation

Nella giornata di celebrazione dei cento anni dalla morte di Giacomo Matteotti, Alessandro Preziosi ha raccolto una lunga standing ovation alla Camera

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Nella giornata di celebrazione dei cento anni dalla morte di Giacomo Matteotti, Alessandro Preziosi ha raccolto una lunga standing ovation alla Camera

Nell’importante occasione odierna, giornata delle celebrazioni alla Camera per i cento anni dalla morte di Giacomo Matteotti, l’attore Alessandro Preziosi ha emozionato e incantato la platea raccogliendo uno standing ovation.

Dallo scranno che fu del deputato socialista e che non sarà mai più occupato, Alessandro Preziosi ha letto con trasporto l’ultimo discorso in cui Matteotti denunciò in Parlamento le violenze fasciste alle elezioni del 6 aprile del 1924 chiedendo che il voto venisse annullato.

“Voi dichiarate ogni giorno di volere ristabilire l’autorità dello Stato e della legge. Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente, rovinate quella che è l’intima essenza, la ragione morale della Nazione“. E poi ancora: “Noi deploriamo invece che si voglia dimostrare che solo il nostro popolo nel mondo non sa reggersi da sé e deve essere governato con la forza. Ma il nostro popolo stava risollevandosi ed educandosi, anche con l’opera nostra. Voi volete ricacciarci indietro. Noi difendiamo la libera sovranità del popolo italiano al quale mandiamo il più alto saluto e crediamo di rivendicarne la dignità, domandando il rinvio delle elezioni inficiate dalla violenza alla Giunta delle elezioni”.

di Raffaela Mercurio

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