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Algoritmo

Smascherare l’algoritmo

L’algoritmo di ciascun social resta segreto. Il padrone dà istruzioni, il sistema le applica, ma chi riceve i contenuti non ha diritto a conoscerle. Questa roba va demolita

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Smascherare l’algoritmo

L’algoritmo di ciascun social resta segreto. Il padrone dà istruzioni, il sistema le applica, ma chi riceve i contenuti non ha diritto a conoscerle. Questa roba va demolita

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L’algoritmo di ciascun social resta segreto. Il padrone dà istruzioni, il sistema le applica, ma chi riceve i contenuti non ha diritto a conoscerle. Questa roba va demolita

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L’algoritmo di ciascun social resta segreto. Il padrone dà istruzioni, il sistema le applica, ma chi riceve i contenuti non ha diritto a conoscerle. Questa roba va demolita

L’interrogarsi sul sesso degli angeli fu questione teologica assai seria, anche se poi è divenuto un modo per definire le discussioni inutili (in effetti non si giunse a una conclusione). L’interrogarsi sul sesso dell’algoritmo è questione contemporanea e di urgente rilevanza. Partire dal sesso aiuta a capire.

Per una odiosa stagione è andato di moda il politicamente corretto, strutturato in dottrina Woke, con la pretesa di impartire lezioni morali e colpevolizzare il linguaggio per modificare la realtà. Da quella fonte sgorgarono scemenze – come l’interdire le declinazioni o il supporre che la mia identità sessuale possa cambiare a seconda di come la percepisco – ma anche orrori, come il favorire l’uso della chimica per modificare il sesso di adolescenti. Ai sacerdoti di queste idiozie non bastava che si proclamasse la risolutiva uguaglianza degli umani, senza distinzioni: occorreva che si ammettesse il maschio sia violento per natura e l’omosessuale perseguitato per definizione. Bischerate indicate come de sinistra.

La reazione non si è fatta attendere e gridando alla liberazione dalla profana inquisizione si è levato il vento del politicamente scorretto trasfuso nella dottrina Maga, de destra. Prendere in giro un disabile era un titolo d’onore, perché dimostrava la ribellione al pensiero dominante. Forti dell’evidenza – ovvero che si nasce tutti o femmine o maschi (poi si fa quel che si vuole) – si è andati all’assalto di ogni politica di genere, infischiandosene della realtà: dalla differente percentuale nel mondo del lavoro ai diversi salari. Volendo farla finita con i chierici delle colpe ambientali si è proceduto a negare l’evidenza climatica. Parole sconvenienti e aggressività vengono usate, in questo versante, per negare la realtà. Vabbè, ma mica l’umanità si divideva in quelle due forsennate categorie. In fondo chi è ragionevole snobba sia il politicamente corretto che lo scorretto. Mi sento tanto lontano e anti Woke quanto lontano e anti Maga. Ma non funziona così, perché c’è l’algoritmo.

La ragionevolezza non si esprime per grugniti, usa argomentare, ricostruire, spiegare e sostenere. Ma, da anni, la tecnologia di comunicazione e informazione più diffusa ha cancellato non soltanto l’argomentare ma anche il ragionare. Nel mondo dell’informazione digitale, nei social, s’ingigantisce l’ottusità della faziosità: se sei anti Woke sei Maga e viceversa. Si incentivano gli scontri, si denomina “libertà” quella che è “irresponsabilità” dell’anonimo e dell’editore. E tutto questo lo si amministra con l’algoritmo.

Dicesi tale una sequenza di calcolo, come quelle che imparammo alla scuola media. Non c’è nulla di misterioso (semmai di divertente, visto che quel termine deriva da una errata traduzione dal persiano, relativa ai numeri che qui si chiamarono “arabi” ed erano indiani). L’algoritmo è l’istruzione che viene data a un sistema di comunicazione acciocché privilegi taluni contenuti su altri. E quelli che privilegia sono quelli forsennati e quelli che interessano al padrone. Ecco perché è scomparsa la ragionevolezza.

C’è un dettaglio: l’algoritmo di ciascuno resta segreto. Il padrone dà istruzioni, il sistema le applica, ma chi riceve i contenuti non ha diritto a conoscerle. Questa roba va demolita. Va messo nel conto che diranno essere un attacco alla libertà né varrà rimandarli a Orwell perché capiscano. Sono truffe volute e vanno demolite, gli algoritmi devono essere pubblici, le istruzioni note. Ci sono regole per tutto il mondo dell’informazione in calo (giornali, televisioni e radio) e non ce ne sono per quello dominante. La concentrazione proprietaria è spaventosa e la potenza economica supera quella degli Stati.

Per riuscirci bisogna parlarne all’opinione pubblica, fare politica e non confonderla con la propaganda spicciola. Non è di destra o di sinistra: è contro il rincretinimento che ha già degradato tanta parte della classe dirigente. Va fatto per la libertà, per le democrazie e anche per il sesso. Ne vale la pena.

di Davide Giacalone

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