AUTORE: Fulvio Giuliani
Alla fine Putin ha fatto la sua mossa, riconoscendo le sedicenti repubbliche russe nell’est dell’Ucraina e inviando “truppe di pace“, i cui primi contingenti sarebbero già da ieri in territorio ucraino. Inutile girarci intorno: lo zar del Cremlino ha preso in giro i leader occidentali, anche solo limitandosi agli incontri dell’ultimo mese.
Significative le reazioni francesi e tedesche, che hanno sottolineato come il presidente russo abbia contravvenuto a tutto quello che aveva dichiarato nei faccia a faccia con il presidente Macron e il cancelliere Scholz. Aggiungeteci un riconoscimento che equivale ad un’annessione e l’ipocrita formula delle ‘truppe di pace’ e si capirà agevolmente il livello di azzardo scelto da Putin.
L’intento appare abbastanza chiaro, provare a vincere la partita magari senza una guerra totale contro l’Ucraina, contando di contenere la reazione occidentale a parole di fuoco e sanzioni economiche non troppo dure. Putin, in sostanza, mira a dividere in qualche modo il nostro campo, contando sulle paure europee legate agli approvvigionamenti energetici e più generale alle ricadute inevitabilmente disastrose di una guerra sulle economie di Paesi che stanno cercando di ripartire dopo lo shock della pandemia.
Una sfida dichiarata al nostro mondo, a cui si dovrà rispondere mantenendo compatto quanto più possibile il fronte occidentale, andando anche a vedere gli eventuali bluff del presidente russo (ce ne saranno). Fermezza assoluta, ma anche sangue freddo e capacità di tenere aperto il dialogo con un uomo che ha ampiamente dimostrato di poter dire una cosa e fare esattamente l’opposto mantenendo una glaciale indifferenza e con artifici retorici vecchi come il mondo.
Non sarà facile e neppure piacevole, ma è l’unico modo per aiutare l’Ucraina e soprattutto tentare di evitare una guerra totale russo-ucriana, in cui l’Occidente non sarebbe certo disposto a “morire per Kiev“ intervenendo direttamente (e Putin lo sa).
È una buona cosa, in quest’ottica, che il viaggio di Draghi a Mosca resti confermato, almeno per il momento. Più in generale, sarà bene ricordarsi con chi abbiamo a che fare, quando andranno prese decisioni strategiche per il futuro energetico dell’Italia e sul nostro posizionamento geopolitico. Ci risuonano ancora nelle orecchie certe prelibatezze populiste sentite solo pochi anni fa – “mi sento più a casa a Mosca che a Washington” – oggi particolarmente sinistre.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
Cori fascisti nella sede di Gioventù Nazionale Parma, è polemica – IL VIDEO
31 Ottobre 2025
        
    
        
        
                
Polemiche per il video virale girato fuori dalla sezione di Gioventù Nazionale – giovanile di Frat…
        
        
        
                
                
            
        
    
SepararSi
31 Ottobre 2025
        
    
        
        
                
La riforma cancella l’eccezione mondiale, perché in tutti i sistemi accusatori le carriere sono se…
        
        
        
                
                
            
        
    
Ok alla riforma, parte la (bollente) corsa al referendum sulle carriere magistrati
31 Ottobre 2025
        
    
        
        
                
La riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati, pm e giudici, è stata…
        
        
        
                
                
            
        
    
La politica italiana e il referendum della giustizia
30 Ottobre 2025
        
    
        
        
                
Si tratta di una trappola mortale sia per la destra che per la sinistra, che rischia di inghiottir…
        
        
        
                
                
            
        
    
Iscriviti alla newsletter de
 La Ragione
    Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.