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PNRR

Basta scaricabarile (di tutti) sul Pnrr

L’ossessiva propaganda “L’Ue ce l’avrebbe con l’Italia”, mentre siamo il Paese con i maggiori fondi del Next Generation EU: 191,5 miliardi di euro
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Basta scaricabarile (di tutti) sul Pnrr

L’ossessiva propaganda “L’Ue ce l’avrebbe con l’Italia”, mentre siamo il Paese con i maggiori fondi del Next Generation EU: 191,5 miliardi di euro
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Basta scaricabarile (di tutti) sul Pnrr

L’ossessiva propaganda “L’Ue ce l’avrebbe con l’Italia”, mentre siamo il Paese con i maggiori fondi del Next Generation EU: 191,5 miliardi di euro
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L’ossessiva propaganda “L’Ue ce l’avrebbe con l’Italia”, mentre siamo il Paese con i maggiori fondi del Next Generation EU: 191,5 miliardi di euro
Guardate la grafica, tratta dal Corriere della Sera di oggi: è la ripartizione dei 750 miliardi di euro stanziati dal Next Generation EU per favorire la ripresa nell’Unione europea, dopo lo shock della pandemia. 750 miliardi, un’enormità. Guardate, ora, il bollone che spicca al centro dell’immagine, di gran lunga il più grande di tutti: siamo noi, è quello dei 191,5 miliardi riservati all’Italia. Guardate la proporzione rispetto a tutti gli altri Paesi, dicasi tutti. È oggettivamente impressionante. La rappresentazione plastica di una palla, di una colossale bufala spacciata per anni e che ha provocato disastri nella pubblica opinione. Perché non c’è nulla di peggio (o meglio) della disinformazione per portare quote consistenti di cittadini su posizioni che rischiano di diventare convinzioni granitiche. Su tutte, che l’Ue ce l’abbia sempre con l’Italia, veda nell’Italia non un Paese fondatore e ingranaggio fondamentale della macchina comunitaria, ma il membro da tenere al guinzaglio o almeno sotto strettissimo controllo. Questa ossessiva propagandata durata un decennio è sempre lì, pronta a riemergere anche davanti alla prova quasi imbarazzante della ripartizione dei fondi del Next Generation EU. Prova che potrebbe far saltare i nervi, non senza qualche ragione, agli elettori di molti Paesi in giro per il continente. Perché adesso, a valle di questo sforzo pagato anche con i soldi delle tasse dei contribuenti europei, ci troviamo nell’allucinante condizione di aver paura di non riuscire a rispettare gli impegni presi nel Pnrr. Per mancanze esclusivamente italiane e imputabili solo a noi. La solita burocrazia, le solite lentezze, persino la difficoltà di troppi responsabili italiani a esprimersi e trattare in inglese. Insomma, tutto quello che il Pnrr dovrebbe aiutarci a migliorare. Eppure serpeggia un po’ di voglia di scaricabarile sul governo Draghi e una quota di immancabile vittimismo tricolore, nel momento in cui si sussurra che oggi gli occhi di Bruxelles sarebbero più acuti e severi, rispetto a quando a Palazzo Chigi c’era l’ex presidente della Banca centrale europea. Smettiamola e smettiamola subito, perché il Next Generation EU e il Pnrr sono un treno che non ripassa. L’occasione unica – non rara – per modernizzare l’anima, prima ancora che le infrastrutture del nostro Paese. Non è un problema solo della maggioranza: il governo acceleri, faccia tutto ciò che è necessario ed eventualmente anche di più. Senza preoccuparsi di cambiare donne, uomini, procedure e strutture. Oggi, non domani. L’opposizione ci risparmi il ridicolo spettacolo di quello che a Napoli si chiama “il gallo sulla monnezza“. Perché la barca è una e la monnezza non la vogliamo. Di Fulvio Giuliani

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