Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app
Gennaro Sangiuliano Maria Rosaria Boccia

C’erano una volta Genny e la bionda

Cosa resta di questi 10 giorni surreali e sconfortanti? Le macerie di una credibilità personale azzerata, il fuoco fatuo di una popolarità destinata a sparire presto

|

C’erano una volta Genny e la bionda

Cosa resta di questi 10 giorni surreali e sconfortanti? Le macerie di una credibilità personale azzerata, il fuoco fatuo di una popolarità destinata a sparire presto

|

C’erano una volta Genny e la bionda

Cosa resta di questi 10 giorni surreali e sconfortanti? Le macerie di una credibilità personale azzerata, il fuoco fatuo di una popolarità destinata a sparire presto

|
|

Cosa resta di questi 10 giorni surreali e sconfortanti? Le macerie di una credibilità personale azzerata, il fuoco fatuo di una popolarità destinata a sparire presto

Cosa resta di questi 10 giorni surreali e sconfortanti? Le macerie di una credibilità personale azzerata, il fuoco fatuo di una popolarità destinata a sparire presto e riciclarsi in ospitate sempre più ripetitive, fino a qualche prevedibile “Isola dei famosi” o più coerentemente una “Temptation Island”.

Un tentativo disperato di difesa dell’indifendibile, per non darla vinta ai giornali (però non definite Dagospia o altri “di sinistra”, francamente ci sembra eccessivo…), alle opposizioni e a chi viene percepito a Palazzo Chigi come un sistema irrimediabilmente “nemico“.

Una sceneggiata di quart’ordine messa in piedi da un uomo non sappiamo se più mostruosamente incauto o più obnubilato dal potere e da una donna che sembra uscita da un romanzo d’appendice.

Un’operetta molto più triste che buffa, in cui i protagonisti hanno provato a buttar dentro di tutto per provare a salvarsi, offendere, cercare un posto al sole, una traccia di quel potere accarezzato per qualche mese.

Resta lo sconcerto – quello sì tanto, diffuso, maleodorante. L’ennesima carica di tritolo fatta detonare alle fondamenta della credibilità di chi fa politica e di chi si avvicina alla cosa pubblica, che dovrebbe essere il Nirvana di quelli che gli anglosassoni chiamano i ‘Civil servant’.

Una tonnellata di carburante infilata nel motore del qualunquismo, del “sono tutti uguali“, del populismo più becero e oscurantista.

Perdono tutti, uscendone alcuni in condizioni tali da non sapere che futuro potranno avere, perché ci vorrà del coraggio a riproporre in qualsiasi ruolo chi è sembrato pronto a ogni umiliazione pur di restare agganciato alla poltrona. Dell’altra grande protagonista abbiamo già accennato, tanto è vero che già ieri pomeriggio – alla notizia delle dimissioni dell’ormai ex ministro – la parossistica attesa della sua intervista televisiva è istantaneamente scemata.

Perché nel mondo della comunicazione di oggi funziona così e c’è chi balla veramente per una sola notte, anche se i danni possono restare lì a lungo. A fare pessima mostra di sé.

di Fulvio Giuliani

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

TrasciNati, la difesa comune europea

13 Marzo 2025
Nonostante le divisioni di destra e sinistra (in Italia e in Europa), il Parlamento europeo ha a…

Trump e la lingua dei bulli

13 Marzo 2025
Per trattare con il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump bisogna rispondere con la faccia f…

Il Parlamento Europeo approva il piano di riarmo dell’Unione. E l’Italia si spacca

12 Marzo 2025
L’Eurocamera ha approvato con 419 voti favorevoli, 204 contrari e 46 astenuti il piano di difesa…

Giorgia Meloni fra le liti interne e le proiezioni esterne

11 Marzo 2025
Meloni pensava di appoggiarsi agli Stati Uniti per contare di più in Europa. Ma Trump le sta rom…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI