Campo sbriciolato, altro che campo largo
Tra Elly Schlein e Giuseppe Conte volano stracci che cancellano l’idea di un campo largo: Pd e M5S non hanno alcuna possibilità di condurre una campagna comune
Campo sbriciolato, altro che campo largo
Tra Elly Schlein e Giuseppe Conte volano stracci che cancellano l’idea di un campo largo: Pd e M5S non hanno alcuna possibilità di condurre una campagna comune
Campo sbriciolato, altro che campo largo
Tra Elly Schlein e Giuseppe Conte volano stracci che cancellano l’idea di un campo largo: Pd e M5S non hanno alcuna possibilità di condurre una campagna comune
Tra Elly Schlein e Giuseppe Conte volano stracci che cancellano l’idea di un campo largo: Pd e M5S non hanno alcuna possibilità di condurre una campagna comune
Essere stati facili profeti non ci interessa, “aver ragione“ ancor meno, sta di fatto che – come si era agevolmente previsto dopo la sorprendente, ma pur sempre risicatissima vittoria in Sardegna – l’opposizione si è ritrovata in un baleno in una condizione se possibile ancor peggiore di quella precedente l’exploit sull’isola.
Le opposizioni, per meglio dire, perché è lunare continuare a riferirsi unitariamente a una galassia tenuta più o meno insieme soltanto da un desiderio: tirarsi vicendevolmente improperi e accuse rinfacciando la responsabilità di un “campo largo” defunto prima ancora di essere stato abbozzato.
La sceneggiata barese ha dell’incredibile eppure non riesce a sorprendere. Nella sua genesi, nel corollario di malumori, battute sprezzanti e rassegnazione che l’avvolge. La verità, che valeva anche in Sardegna anche se maldestramente nascosta dal risultato e dai peana interessati della parte di stampa alla caccia disperata di un antidoto a Giorgia Meloni, è che Partito democratico e Movimento Cinque Stelle non hanno alcun reale motivo e possibilità di condurre una battaglia comune. Se non spinti dalla disperazione tattica di sapere di non poter farcela da soli.
Lo capirebbe anche un bambino che queste non sono neppure lontanamente condizioni minime accettabili per costruire un vero progetto alternativo, quello di cui l’Italia – come qualsiasi democrazia evoluta – avrebbe disperatamente bisogno.
A due mesi dalle elezioni europee, dominate da un proporzionale secco che spinge al tutti contro tutti (come ben sanno anche dalle parti della maggioranza), quello che resta della costruzione vagheggiata a sinistra sono rancori che minacciano di minare qualsiasi possibilità futura. Ogni soluzione che non sia un cartello elettorale messo in piedi alla meno peggio e facendo finta di poter abbozzare un programma comune.
Il balletto sulle candidature non è certo un’esclusiva delle opposizioni, basti pensare ai tentennamenti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni o al mistero Vannacci nella Lega, per tacere del gigantesco scoglio Zaia, ma a inseguire sono gli altri.
Questo è un fatto che dovrebbe imporre qualcosa in più della margherita inutilmente sfogliata da Elly Schlein in vista dell’Europee o degli sfibranti Stop and Go di Giuseppe Conte, pensati molto più per logorare che per convincere il potenziale e sempre più lontano alleato.
di Fulvio Giuliani
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