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Caso e caos aborto al G7: Francia e Italia, basta

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A me interessa poco sapere se c’è stata una manina italiana o francese nella vicenda dell’aborto al G7 in Puglia, ma Francia e Italia la smettano

Caso e caos aborto al G7: Francia e Italia, basta

A me interessa poco sapere se c’è stata una manina italiana o francese nella vicenda dell’aborto al G7 in Puglia, ma Francia e Italia la smettano

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Caso e caos aborto al G7: Francia e Italia, basta

A me interessa poco sapere se c’è stata una manina italiana o francese nella vicenda dell’aborto al G7 in Puglia, ma Francia e Italia la smettano

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A me interessa molto relativamente sapere se c’è stata una manina italiana o francese nella vicenda dell’aborto al G7 in Puglia, quanto ci sia di vero e quanto di costruito ad arte nel molto presunto scontro diplomatico fra Italia, Francia e Ue. Nel quale, poi, è stato tirato per i capelli anche il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden attraverso una domanda a trabocchetto posta al consigliere per la Sicurezza nazionale Usa Jack Sullivan. 

L’evidente imbarazzo fra il presidente francese Emmanuel Macron e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, degenerato a sera in aperta polemica fra i due sullo sfondo del tema aborto, può essere archiviato ormai a fatica come ennesimo episodio del mai decollato rapporto fra i due, ma anche questo a ciascuno di noi può interessare poco. 

Italia e Francia o Francia e Italia, se preferite, è bene che si diano una regolata e una calmata. Possiamo divergere su molti argomenti – nel caso dei nostri cugini ci viene abbastanza facile e lo stesso dicasi per loro – ma è ora di finirla e di ricordare la marea di interessi comuni in seno all’Unione europea e non solo. Questo sfinente gioco, che va avanti sostanzialmente dal giorno dopo l’elezione stravinta da Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni il 25 settembre 2022, non ha alcuna ragion d’essere. 

Se non per chi si illude di costruire le relazioni sui rapporti di forza e ci fermiamo qui, perché ci scappa da ridere nell’attuale mondo e nell’attuale insieme di circostanze storiche.

Italia e Francia sono obbligate a lavorare di concerto e una volta per tutte ficchiamoci in testa quello che è assolutamente ovvio: se anche Macron – come probabile – dovesse perdere le elezioni anticipate da lui convocate fra pochi giorni la coabitazione resterà un enorme problema per lui, è lui che se la dovrà vedere con un governo presumibilmente guidato dal ventottenne Jordan Bardella, ma la politica estera, le grandi decisioni di fondo e strategiche in seno all’Ue non è che non lo vedranno più protagonista. 

Così come un movimento di ultra destra e iper sovranista come quello di Marin Le Pen di sicuro guarderà esclusivamente agli interessi propri e al massimo del proprio Paese, sai cosa gli importerà del governo italiano, di Giorgia Meloni o di Matteo Salvini. Si veda Orban, se non ci credete. 

Il nostro ragionamento, beninteso, non è certo riferito solo al governo italiano, anzi. All’Eliseo è il momento che la smettano una volta per tutte con questo atteggiamento nei confronti di Roma: ti può non essere gradito il governo in carica, ma con quello parli e lavori al meglio delle tue possibilità. Altrimenti risulteresti, caro Macron, iper europeista a giorni alterni e soprattutto a vantaggi alterni. Non un bello spettacolo. 

di Fulvio Giuliani

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