Cgil e Uil contro una legge a favore dei lavoratori
Uno sciopero ha sempre un carattere politico. Non è da meno quello annunciato per il 16 da Cgil e Uil il cui obiettivo è ben preciso: Mario Draghi e le sue prospettive nella vita del Paese.
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Cgil e Uil contro una legge a favore dei lavoratori
Uno sciopero ha sempre un carattere politico. Non è da meno quello annunciato per il 16 da Cgil e Uil il cui obiettivo è ben preciso: Mario Draghi e le sue prospettive nella vita del Paese.
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Cgil e Uil contro una legge a favore dei lavoratori
Uno sciopero ha sempre un carattere politico. Non è da meno quello annunciato per il 16 da Cgil e Uil il cui obiettivo è ben preciso: Mario Draghi e le sue prospettive nella vita del Paese.
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Uno sciopero ha sempre un carattere politico. Non è da meno quello annunciato per il 16 da Cgil e Uil il cui obiettivo è ben preciso: Mario Draghi e le sue prospettive nella vita del Paese.
Dopo la dichiarazione dello sciopero generale i ‘retroscenisti’ seguono da vicino il lavorio dei ‘missi dominici’ del Pd incaricati di sottrarre il partito dall’incudine di Mario Draghi e dal martello di Maurizio Landini. Gli altri protagonisti sono usciti di scena. La Confindustria si è chiamata fuori per prima, offesa per aver ottenuto solo un miliardo (sull’Irap) nella spartizione del ‘tesoretto’ fiscale.
Resta la Cisl. La sua linea di condotta è importante per capire quali saranno le conseguenze dello ‘sgarbo’ ricevuto dalle confederazioni consorelle, dopo anni di rapporti di unità d’azione.
I media, fin dall’inizio, hanno rappresentato la posizione del sindacato di Via Po come se condividesse le critiche alla manovra ma non ritenesse opportuno scioperare, limitandosi a organizzare una manifestazione dei propri iscritti due giorni dopo lo sciopero generale. La realtà è un’altra: la Cisl è contraria allo sciopero generale perché esprime un giudizio positivo dei rapporti intercorsi con il governo e, pertanto, il 18 dicembre non cercherà giustificazioni ma spiegherà perché sono da apprezzare i risultati ottenuti. Luigi Sbarra, il segretario generale succeduto ad Annamaria Furlan, oltre ad aver giudicato inopportuna una astensione dal lavoro in una fase delicata della vita del Paese, ha elencato, in una intervista a “Il Foglio”, le modifiche del ddl di bilancio che il governo ha effettuato anche su richiesta dei sindacati: 7 miliardi su 8 a riduzione dell’Irpef di lavoratori e pensionati, l’85% dei quali andrà ai redditi inferiori a 50mila euro; 1,5 miliardi per la decontribuzione dei lavoratori con redditi inferiori a 35mila euro; 5,5 miliardi per il rinnovo dei contratti pubblici; 8 miliardi per la sanità; 850 milioni per la non autosufficienza; l’allargamento a 8.500 euro della no tax area dei pensionati; 800 milioni in più per contrastare il caro bollette, per un totale che complessivamente sale a 2,8 miliardi. Noi aggiungiamo che è stata estesa la platea di quanti potranno avvalersi dell’Ape sociale e che viene ripristinato, dopo anni di tagli e manipolazioni, il meccanismo corretto di perequazione automatica delle pensioni con 4,7 miliardi che finiranno nei conti correnti dei pensionati. Sbarra – da protagonista del negoziato – mette ancor più in evidenza l’assurdità di uno sciopero generale in zona Cesarini con la pretesa di contestare nel suo insieme un ddl di bilancio che è conosciuto da mesi e sul quale si sono svolti dei confronti non banali, come invece quelli abituali ai tempi del governo Conte 2. Pertanto, se uno sciopero generale ha sempre un carattere ‘politico’, quello del 16 ha certamente un obiettivo in più: Mario Draghi e le sue prospettive nella vita del Paese. Di Giuliano CazzolaLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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