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Dolomiti Low Emission Zone

Cosa è la “Dolomiti Low Emission Zone”

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato un accesso limitato in alcune zone di montagna per ridurre l’inquinamento e realizzare, dal 2024, la “Dolomiti Low Emission Zone”. Una notizia che non poteva non far discutere.
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Cosa è la “Dolomiti Low Emission Zone”

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato un accesso limitato in alcune zone di montagna per ridurre l’inquinamento e realizzare, dal 2024, la “Dolomiti Low Emission Zone”. Una notizia che non poteva non far discutere.
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Cosa è la “Dolomiti Low Emission Zone”

Il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato un accesso limitato in alcune zone di montagna per ridurre l’inquinamento e realizzare, dal 2024, la “Dolomiti Low Emission Zone”. Una notizia che non poteva non far discutere.
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Il governatore del Veneto Luca Zaia ha annunciato un accesso limitato in alcune zone di montagna per ridurre l’inquinamento e realizzare, dal 2024, la “Dolomiti Low Emission Zone”. Una notizia che non poteva non far discutere.
Una sorta di Ztl di montagna, per evitare un afflusso esagerato di automobili e ridurre l’inquinamento. L’annuncio fatto dal governatore del Veneto Luca Zaia non poteva non far discutere. L’idea nasce in realtà insieme alle Province autonome di Trento e Bolzano, con il protocollo d’intesa siglato con il Ministero delle Infrastrutture e quello per l’Innovazione Tecnologica: un piano da 30 milioni di euro di investimenti per realizzare, a partire dal 2024, la “Dolomiti Low Emission Zone”. Cosa significhi lo spiega lo stesso Zaia: «Si salirà in auto sui passi del Pordoi, del Campolongo, del Gardena e del Sella solo prenotando online; i valichi saranno raggiungibili soltanto se avranno parcheggi disponibili». Insomma, da un lato addio alle lunghe code per raggiungere le località sciistiche, dall’altro però addio anche a quell’idea della giornata sulla neve organizzata all’ultimo momento. Un po’ una versione ad alta quota di quello che succederà a Venezia a partire da gennaio 2023. Sicuramente si tratta di una mossa che può avere enormi benefici a livello dell’ambiente, per i turisti last minute, però si tratterebbe – sempre che si concretizzi – di paletti che potrebbero certo scoraggiare le partenze. E poi il termine Ztl evocato dallo stesso Zaia nel suo post naturalmente porta con sé immagini come quelle che siamo abituati a vedere nelle grandi città, un po’ meno in alta quota. Per non parlare dell’espressione “Grande Fratello” – sempre del governatore veneto – che lascia intendere che il traffico verrà monitorato e quindi contingentato. Ovviamente questo comporterebbe un potenziamento anche del trasporto pubblico, di navette ad hoc. Il tutto in vista anche delle Olimpiadi di Milano e Cortina del 2026. Tutto bello sulla carta, però il rischio è che questo renda la montagna sempre più una meta accessibile solo a pochi. Perché a stagione ancora da inaugurare si fanno i conti con rincari che rischiano di trasformare lo sci (già uno sport con costi elevati) in qualcosa di proibitivo. Chi gestisce gli impianti fa i conti con i rincari: illuminazione e innevamento artificiale rappresentano voci insopprimibili. E per recuperare quei costi sempre più alti, inevitabile è vedere crescere il costo degli skipass. Per non parlare degli hotel, perché quello in verità non riguarda solo la montagna. L’alternativa è non aprire, come hanno annunciato per la stazione sciistica di Panarotta 2002, sopra Levico Terme in Trentino. L’equilibrio non è semplice ma trovarlo è fondamentale: quest’estate sulle nostre montagne sono arrivati 71 milioni di turisti. L’inverno è un’occasione da non sprecare. di Annalisa Grandi

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