Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Di Maio Luigi, fu populista

Luigi di Maio, da sempre volto del Movimento Cinque Stelle, è evoluto e come una buona fetta del suo partito è diventato altro rispetto populismo più sfrenato delle origini.  
|

Di Maio Luigi, fu populista

Luigi di Maio, da sempre volto del Movimento Cinque Stelle, è evoluto e come una buona fetta del suo partito è diventato altro rispetto populismo più sfrenato delle origini.  
|

Di Maio Luigi, fu populista

Luigi di Maio, da sempre volto del Movimento Cinque Stelle, è evoluto e come una buona fetta del suo partito è diventato altro rispetto populismo più sfrenato delle origini.  
|
|
Luigi di Maio, da sempre volto del Movimento Cinque Stelle, è evoluto e come una buona fetta del suo partito è diventato altro rispetto populismo più sfrenato delle origini.  
Da giorni la politica italiana non fa che parlare di Luigi Di Maio, da sempre volto del Movimento Cinque Stelle carrierista e in grisaglia. Giovane come tanti altri del partito, ma da sempre meno giovanilista, scapigliato, più improntato all’idea di “palazzo“ e di una certa integrazione nel rutilante mondo del potere. Ora che è una specie di paria nel movimento grillino e si muove su posizioni dichiaratamente atlantiste e occidentaliste, manco fosse Mario Draghi, è facile dimenticare il Di Maio di prima. Quello che, pur in giacca e cravatta, incendiava a parole l’intero ordine costituito. Il leader che metteva in dubbio – proprio lui, oggi alla Farnesina – la collocazione geopolitica del nostro Paese, chiedendo di uscire dalla Nato, dall’euro e dubitando dell’Unione europea. Il Di Maio che flirtava con la Cina della Via della seta e con i gilet gialli. È solo memoria, beninteso, mentre i suoi compagni di partito hanno tramutato tutto questo in un perenne processo all’aria aperta al traditore di un’idea. La verità è che dei destini personali di Luigi Di Maio può interessarci fino a un certo punto (fermo restando la sensazione che sia ormai diventato un politico a tutto tondo e come tale abbia sviluppato una mostruosa capacità di sopravvivenza alle intemperie di palazzo), ma sarebbe sbagliato far finta di non vedere ciò che è accaduto. Un pezzo del Movimento Cinque Stelle, nato e cresciuto nel mito del populismo più sfrenato, delle scatolette di tonno e di tutto lo sciocchezzario che ben ricordiamo, è diventato altro. Di Maio ha la popolarità, la furbizia, la scaltrezza e ormai anche sufficiente gavetta per rappresentare al meglio un Movimento 2.0. Senza dirlo – perché questo sarebbe troppo persino per lui – un partito “normale“ e normalizzato, incastonato in un sistema di potere. Perché, piaccia o non piaccia, governare significa gestire un potere, ciò che ancora oggi ipocritamente una parte consistente di ciò che resta dei grillini continua a rifiutare anche solo come idea. Qui non si tratta di avere antipatie o simpatie personali, si tratta di saper riconoscere che nella vita si cambia. Se qualcuno ha la capacità e l’umiltà (calcolata? Pazienza) di riconoscere errori, esagerazioni e di mettere gli interessi del Paese davanti a sé, ignorarlo sarebbe solo un atto di superbia. di Fulvio Giuliani

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

L’Italia non firma la dichiarazione Ue sui diritti Lgbtiq+

17 Maggio 2024
L’Italia non ha firmato la dichiarazione Ue per la promozione delle politiche europee a favore d…

Il confronto Tv non s’ha da fare

17 Maggio 2024
Non poteva che avere un tragicomico finale il duello tv fra la presidente del Consiglio Giorgia …

Salta il confronto tv Meloni-Schlein, Rai: “Manca maggioranza richiesta da Agcom”

16 Maggio 2024
L’atteso confronto Meloni-Schlein non si terrà: “Soltanto quattro delle otto liste rappresentate…

Quel che resta della credibilità politica e giudiziaria

16 Maggio 2024
Caso Toti: l’intero mondo politico dovrebbe smetterla con la commedia dell’indignazione alternat…

LEGGI GRATIS La Ragione

GUARDA i nostri video

ASCOLTA i nostri podcast

REGISTRATI / ACCEDI

Exit mobile version