Distolti
Distolti dalla realtà, cittadini elettori e classe politica di fronte al problema diffuso delle democrazie

Distolti
Distolti dalla realtà, cittadini elettori e classe politica di fronte al problema diffuso delle democrazie
Distolti
Distolti dalla realtà, cittadini elettori e classe politica di fronte al problema diffuso delle democrazie
Le nostre democrazie hanno un problema. Fosse il caso di questa o di quella se ne potrebbero ricercare le cause nella specifica storia nazionale. Ma soffriamo un problema comune, indipendente dal fatto che i voti premino la destra o la sinistra. Ammesso esistano. Sembra si sia sempre più distolti dalla realtà, generando umori e comportamenti stolti che si riflettono e moltiplicano, come in due specchi messi uno di fronte all’altro, fra cittadini elettori e classe politica.
Negli Stati Uniti è messo a rischio lo Stato di diritto, il concetto stesso di democrazia, per cui chi ha più voti governa ma le minoranze parlamentari devono essere tutelate perché – comunque la si pensi – sono parte stessa del ricambio e, quindi, della salute democratica. Hanno un responsabile della Sanità che, in condizioni normali, verrebbe preso a pernacchie per la strada. Un ministro della Difesa di impareggiabile ignoranza. Ma non succede niente, le piazze restano vuote. Per molto meno si affollavano di proteste, appena ieri.
In Francia è probabile che l’8 settembre cada il governo, in ogni caso debole e traballante. Da destra lo si accusa per l’imposizione fiscale, da sinistra per i tagli alla spesa e il richiamo alle compatibilità di bilancio, l’inequivocabile sintomo dei tassi d’interesse sul debito pubblico che lievitano (da qui il quasi azzeramento del differenziale con l’Italia), non sembra interessare molti.
In Germania cresce Alternative für Deutschland, senza che si capisca in che consista tale alternativa: uscire dall’Ue, dall’euro, dal mondo? Allearsi con Putin? Ma non importa, perché quel che conta è dire che i tedeschi devono avere di più e compiacersi della loro identità. Punto che caratterizza molti altri movimenti o partiti europei. Ma quale?
In Inghilterra si dilaniano da anni nel non potere tornare indietro dalla Brexit e neanche potere andare avanti senza affondarsi. Vengono elettoralmente plebiscitati colori e leader opposti, salvo poi essere messi in dubbio dopo il trionfo. Mentre l’attenzione di molti si rivolge all’ennesimo movimento identitario e isolanamente isolazionista. Che poi è l’opposto della storia inglese.
Si potrebbe continuare. Troppo tutto insieme per non avere un significato comune. E ce l’ha: viviamo una stagione di diffusi benessere e sicurezza, come mai in passato, si vive meglio, più a lungo e in migliore salute, ovvio che ci sono mille problemi, ma la vita che stiamo facendo i nostri nonni se la sognavano, epperò questo ha innescato un rimbalzo pericoloso: la paura di perdere quel che si ha e la convinzione che averlo sia un diritto, talché si vota per chi promette di dare e distribuire di più. Un’idea stolta, che non viola solo le leggi dell’economia, non offende solo la morale, ma prova a cancellare anche le favole che ci raccontavano da bambini. Pinocchio, a questo giro, è nato satollo e si sollazza con Lucignolo, non ha più da soffrire per diventare “un bravo bambino”, ora vuole restare così e avere la pensione per crepare a spese altrui.
Il carburante che alimenta questa macchina è dato dall’essere contro qualcuno, qualche cosa, o anche solo “quelli di prima”. Così ci si anima nel capire chi è stato il più porco nell’isola del miliardario con le Lolita o quanto siano nemici dell’umanità quelli di phica.net. Questa roba ha molto più spazio, nei giornali e nelle discussioni, di quanto non se ne dedichi al fatto che a Ovest si sta cercando di demolire l’Occidente e a Est si sta edificando la potenza d’Oriente. Tutto questo pensando che il problema di un popolo aggredito con le armi sia togliersi dai piedi il capo del governo che non si piega e la fa finita.
Questa esclusione del dolore e del sudore dalla storia, questa pretesa di benessere latrante, di consumi senza produzioni, è roba che porta male. Può darsi che sia noioso e inutile avvertirlo. Più facile che sia autolesionista ignorarlo. Riprendere a far parlare la ragione è il dovere di chi lo avverte, per non essere corresponsabile con chi non la ascolta.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche

Foto rubate (anche a Meloni e Schlein) e insulti, chiude il forum sessista. I gestori: “Usato in modo scorretto”

Metsola al Meeting di Rimini: “O l’Europa è leader o è follower”

Schillaci e il fantasma della revoca
