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Educazione sessuale cancellata alle medie, quando la paura fa disastri

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Le polemiche sono state scatenate dal disegno di legge per la cancellazione dell’educazione sessuale alle scuole medie – con ottime probabilità di approvazione – voluto dalla maggioranza

Educazione sessuale

Educazione sessuale cancellata alle medie, quando la paura fa disastri

Le polemiche sono state scatenate dal disegno di legge per la cancellazione dell’educazione sessuale alle scuole medie – con ottime probabilità di approvazione – voluto dalla maggioranza

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Educazione sessuale cancellata alle medie, quando la paura fa disastri

Le polemiche sono state scatenate dal disegno di legge per la cancellazione dell’educazione sessuale alle scuole medie – con ottime probabilità di approvazione – voluto dalla maggioranza

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A chi fa paura l’educazione sessuale? A chi fa paura l’educazione sentimentale?

Posta così la domanda non ha che una risposta (volendo restare nel campo della logica e della razionalità): a nessuno.

Chiunque si dica oggi contrario all’educazione sessuale a scuola è fuori dal tempo, dallo spazio e dalla società

Chiunque si dica oggi contrario, per qualsiasi motivo, a un’educazione sessuale fatta come si deve dalla scuola media – per quanto riguarda il sottoscritto anche dalle elementari – è fuori dal tempo, dallo spazio e dalla società.

Il disegno di legge per la cancellazione dell’educazione sessuale alle scuole medie – con ottime probabilità di approvazione – voluto dalla maggioranza

Le polemiche di queste ore sono state scatenate dal disegno di legge per la cancellazione dell’educazione sessuale alle scuole medie – con ottime probabilità di approvazione – voluto dalla maggioranza. Un ddl che non sembra poter avere un motivo reale oltre la politica e l’ideologia. Il motivo vero, intendiamo, più profondo.

Non abbiamo molta voglia di star dietro alle polemiche social sul gender, una supposta volontà da parte di qualche oscuro manovratore nell’ombra di favorire la sessualità non binaria o transgender a scapito dei “normali“.

Ma chi sono i “normali”?

Chi sono i “normali”? I maschi che menano e ammazzano le compagne, per fare un esempio?

Va forte la pubblicistica ultra destrorsa e ultra cattolica, secondo cui l’ordine naturale delle cose sarebbe messo a rischio da un’insieme di “balzi in avanti“ sull’onda dell’ideologia woke – che ho sempre detestato – e di una modernità spinta all’estreme conseguenze.

Allora, provando a fare ordine ed essendo nella nostra estrema modestia sì legati al buon senso vero (non a quello di Trump), crediamo che dietro ci sia solo paura.

Paura di ciò che non si conosce, di ciò che risponderebbe a schemi mentali sconosciuti e fluidi (non è una brutta parola, tantomeno in questo contesto).

Paura della vita reale che aspetta i nostri figli, delle domande che potrebbero farci e che nessun disegno di legge, nessuna dichiarazione pomposa di un Presidente degli Stati Uniti piombato direttamente dall’immediato dopoguerra in termini etici e sociali, potrà mai cancellare.

Rischiamo di lasciare i nostri giovani più soli e meno attrezzati

Con un’idea del genere lasciamo i nostri ragazzi più soli, meno attrezzati e più esposti a un universo che è cambiato in modo totale rispetto a quello rimpianto da chi crede si sia ancora ai tempi dei sussidiari e del catechismo dei nostri anni.

Parlo da giornalista, ma prima da genitore: i miei figli vivono immersi in un mondo digitale, sottoposti a stimoli favolosi e a tratti entusiasmanti, comunque impensabili per la nostra generazione.

Mio figlio ha imparato a leggere e scrivere da solo (!) a meno di tre anni guardando i cartoni animati pedagogici di YouTube e ha una conoscenza dei device incommensurabilmente superiore a quella che avevo a 20 anni, quando abbiamo cominciato a rapportarci con i primi telefonini.

Credete sul serio che per bimbi come lui sia sufficiente l’educazione sessuale e sentimentale che abbiamo ricevuto noi (cioè nessuna)?

Se lo pensiamo siamo pronti a fare una sola cosa: dimetterci da genitori con effetto immediato e tragico.

di Fulvio Giuliani

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