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Meloni conferenza stampa

Effetto Sala e l’onnipresente Musk

Conferenza stampa presidente del Consiglio: dalla soddisfazione per il caso Sala all’attacco di Soros per difendere Musk

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Effetto Sala e l’onnipresente Musk

Conferenza stampa presidente del Consiglio: dalla soddisfazione per il caso Sala all’attacco di Soros per difendere Musk

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Conferenza stampa presidente del Consiglio: dalla soddisfazione per il caso Sala all’attacco di Soros per difendere Musk

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Conferenza stampa presidente del Consiglio: dalla soddisfazione per il caso Sala all’attacco di Soros per difendere Musk

L’effetto-Cecilia Sala ha investito in pieno (positivamente, si intende) la conferenza stampa di inizio anno della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. L’oggettivo, grande successo politico e personale ottenuto con il ritorno a casa della giornalista sequestrata per 20 giorni in Iran ha dato l’impronta all’intero confronto che non poteva – come sacrosanto – mancare di partire da toni di profonda soddisfazione generale.

Aggiungiamo, per una volta, senza possibili distinzioni di parte. Gli stessi argomenti più “caldi“ sono rimasti su un piano del tutto prevedibile. La presidente del Consiglio ha smentito qualsiasi contatto diretto con Elon Musk sull’eventuale contratto Starlink, ha difeso il multimiliardario negando qualsiasi prospettiva di rischio e scelto parole comprensibilmente di grande apertura e disponibilità nei confronti del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump. In un contesto del genere, tutto sommato anestetizzato dalla stretta e per una volta felice attualità, si sono distinti solo i temi della giustizia. E qui possiamo azzardare un commento un po’ meno routinario: la si può pensare in qualsiasi modo, si può avere più o meno simpatia per la presidente del Consiglio, ma quando Giorgia Meloni sottolinea che ogniqualvolta e chiunque provi a mettere mano a una riforma della giustizia sembra scatenarsi l’inferno e avvicinarsi l’Armageddon non ha ragione una volta, ma almeno tre. Interessante, poi, un riferimento polemico scelto non a caso dal Giorgia Meloni: quello sul finanziere George Soros.

Interessante perché, in un contesto per quanto la riguarda radicalmente cambiato in termini di esposizione internazionale e responsabilità di governo, è sembrato un vero e proprio omaggio all’antico sovranismo e ai suoi miti. Attaccare Soros, oggi, per difendere Musk ha avuto proprio il sapore di un “come eravamo”. Da tempo non si assisteva a un predominio politico così ampio e smaccato da parte di un leader italiano tanto sulle opposizioni quanto sugli alleati-concorrenti.

Di Fulvio Giuliani

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