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Euroatlantici

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Atlantismo ed europeismo sono le due condizioni che hanno reso possibili la sicurezza e la crescita economica dell’Italia, così come degli altri Paesi dell’area

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Atlantismo ed europeismo sono le due condizioni che hanno reso possibili la sicurezza e la crescita economica dell’Italia, così come degli altri Paesi dell’area

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Atlantismo ed europeismo sono le due condizioni che hanno reso possibili la sicurezza e la crescita economica dell’Italia, così come degli altri Paesi dell’area. Non sono ideologie e soltanto marginalmente questioni sentimentali, ma scelte politiche talmente irreversibili da avere modificato la posizione di chi vi si opponeva. Scelte che vivono il problema della contraddizione oggettiva prodotta dalla condotta della Casa Bianca.

Putin punta molto sulle presunte debolezze delle democrazie e sulle paure, in parte ragionevoli e in parte create dalla disinformazione, delle opinioni pubbliche. Ma non ha ottenuto nulla: il Consiglio europeo ha riconfermato la scelta – tutta politica – al fianco dell’Ucraina. Questo mentre Putin ha mandato al massacro quest’anno più giovani russi di quanti ne siano morti in Afghanistan in dieci anni. Facendo crollare l’Unione Sovietica.

Al Consiglio europeo sedeva anche il presidente ucraino Zelenskyj. È un fatto politico, altro che Ue solo economia e mercato. Dall’Ucraina ci fanno osservare che continuiamo a comprare materie prime energetiche russe, così finanziando la guerra di Putin. È vero, ma lo è anche che il programma di azzeramento è in corso e che senza il sostegno europeo all’Ucraina oggi non parleremmo di un Putin inchiodato alla sua sconfitta e non avremmo un Trump costretto a non concedergli tutto quello che pretende. A noi europei non serve descriverci come una grande potenza, ma è falso considerarci una grande impotenza. Ci sono divisioni? È un bene. Ricordiamoci che siamo ricchi perché liberi e plurali, non liberi perché ricchi.

La contraddizione s’è aperta quando Trump ha attaccato la solidarietà atlantica e il suo vice s’è permesso di venirci a spiegare la libertà di parola nel mentre portava il suo sostegno ai neonazisti. S’è aperta quando la richiesta di soldi europei per fornire armi all’Ucraina è stata presentata non come necessaria contribuzione, ma come occasione di derisione e business. Brutta roba, ma anche un problema di tutti.

Certo che Meloni s’era già messa dalla parte politica e culturale della destra americana, cercando il vento di una destra vincente, ma ha dovuto anche prendere atto che quella vittoria danneggia l’Italia e l’Ue. Il suo barcamenarsi lo sarebbe di chiunque altro si trovasse ora a governare. Si leggano le parole di Rutte (segretario Nato), che è olandese e liberale: credete sia diventato trumpiano? Si barcamena. Trump non lo abbiamo eletto noi e non è pensabile prescinderne.

Sarebbe ragionevole che l’opposizione usasse le contraddizioni interne alla maggioranza, per attaccarla. Per farlo dovrebbe essere più pro Ue, più pro Ucraina e più pro trasferimento di armi. Ne è incapace perché non sa essere nulla di ciò, divenendo inutile a sé stessa, all’Italia e anche a Meloni. La quale prova a compensare il ribaltamento dell’antieuropeismo facendo la fronda sul voto a maggioranza (che tanto non passa, ma neanche serve) o sulla transizione energetica. Così danneggia gli interessi italiani, che però non trovano maggior tutela nelle parole dell’opposizione. Questa è la realtà, neanche nuova.

Ricordiamoci che la scelta politica euroatlantica, che è stata salvezza e gloria dell’Italia, la si deve a delle minoranze. Ai popolari di De Gasperi, che usò il frangente del dopoguerra per superare la contrarietà del terzomondismo neutralista cattolico. Ai repubblicani di La Malfa, ai liberali di Malagodi, ai socialdemocratici di Saragat. Contro il Patto Atlantico era tanto la destra postfascista quanto la sinistra comunista. Non stupiscano quindi le convulsioni e le contraddizioni; semmai ci si rallegri che il ventre molle del trasformismo italiano, a destra come a sinistra, abbia dovuto adattarsi a quella scelta che non sa e neanche vuole ribaltare.

L’aggressione russa all’Ucraina è un attacco diretto e mortale al nostro mondo, frutto di quelle scelte. Il Consiglio europeo, con il fattivo contributo italiano, ne è consapevole e conseguente. Uno spreco non accorgersene e non sottolinearlo.

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