Francesca Albanese, la donna che non dubita
Francesca Albanese interpreta una corrente di pensiero molto forte e radicata nell’Europa occidentale e in modo specifico in Italia

Francesca Albanese, la donna che non dubita
Francesca Albanese interpreta una corrente di pensiero molto forte e radicata nell’Europa occidentale e in modo specifico in Italia
Francesca Albanese, la donna che non dubita
Francesca Albanese interpreta una corrente di pensiero molto forte e radicata nell’Europa occidentale e in modo specifico in Italia
Ne ho parlato nel podcast Il Risveglio della Ragione qualche giorno fa e sono stato sorpreso dalla quantità di commenti e reazioni (perlopiù “positive” e comunque d’accordo con il sottoscritto, ma ne avrei scritto in ogni caso) sul ruolo che si è disegnata Francesca Albanese e che le è stato cucito addosso da una claque sempre più entusiasta e acritica.
L’inviata speciale delle Nazioni Unite per i territori palestinesi ha più che legittime opinioni radicalmente contrarie sempre e comunque a Israele e vede in quest’ultimo – in estrema sintesi – il problema primigenio della questione mediorientale.
Francesca Albanese, in questo, non è la prima e non sarà l’ultima. Sia chiaro. Interpreta una corrente di pensiero molto forte e radicata nell’Europa occidentale e in modo specifico in Italia.
Come già detto, è un’opinione che personalmente non mi trova d’accordo nel suo massimalismo, nel suo ridurre la storia a un bianco e nero, buoni e cattivi senza se e senza ma.
Resta pur sempre una posizione legittima e grazie al cielo in democrazia potrà essere esposta. Ascoltata. Valutata.
E anche contestata, nei modi civili e rispettosi che sono propri di un dibattito come quello che portiamo avanti su queste piattaforme ormai da anni.
Eppure, come ho raccontato nel Podcast il Risveglio della Ragione in onda online ogni mattina alle 7:30, se si scatena la baraonda contro un sindaco di centro sinistra – del Partito democratico, per essere precisi – perché quest’ultimo ha osato citare e ricordare gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas un problema c’è. Un problema democratico.
Se in quella stessa occasione Francesca Albanese – invece di aggiungere un carico da 90 di condanna senza appello della malsana idea (pensate) di avere pietas anche per gli ostaggi – avesse trovato tempo e forza di smussare le polemiche, ricordare chi avesse di fronte e anche di essere stata invitata dallo stesso sindaco di Reggio Emilia per ricevere il premio più prestigioso della città tricolore, saremmo stati tutti meglio.
Eccolo il massimalismo che si fa da teoria legittima a inconfutabile dogma.
È in virtù di questo modo di pensare che le persone si dividono in buone e cattive. In degni e indegni.
E allora, democraticamente decido di rispettare, ma ignorare il rumore rappresentato dalle idee di Francesca Albanese.
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