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Conte

Gentile avvocato Conte, la politica è professionismo

Secondo Giuseppe Conte bisognerebbe abolire il professionismo della politica, aprendo ai dilettanti. Una boiata pazzesca
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Gentile avvocato Conte, la politica è professionismo

Secondo Giuseppe Conte bisognerebbe abolire il professionismo della politica, aprendo ai dilettanti. Una boiata pazzesca
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Gentile avvocato Conte, la politica è professionismo

Secondo Giuseppe Conte bisognerebbe abolire il professionismo della politica, aprendo ai dilettanti. Una boiata pazzesca
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Secondo Giuseppe Conte bisognerebbe abolire il professionismo della politica, aprendo ai dilettanti. Una boiata pazzesca

Il filosofo Karl Popper introdusse il concetto di “falsificabilità”: una dottrina epistemologica in cui, invece di cercare delle ‘prove’ a favore di una teoria, bisognerebbe cercare quelle che la falsificano. È ciò che intendo fare in merito all’affermazione fatta nei giorni scorsi dal leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Intervenendo a un dibattito televisivo sulla ben nota questione del doppio mandato ha testualmente affermato: «Magari tutti i partiti introducessero questa norma che di fatto vieterebbe il professionismo della politica».

Lasciando un attimo da parte Popper e parafrasando il più noto Fantozzi, a me questa idea sembra una boiata pazzesca. Magari, dico io, avessimo veri e capaci professionisti della politica, non ignoranti e insipienti individui eletti secondo il principio deleterio dell’uno vale uno. Esempio: prendiamo un chirurgo. Ha studiato sei anni di medicina, si è specializzato in altri sei ed è approdato alla scuola di un famoso chirurgo. Non gli bastano i dodici anni sui libri e nelle aule universitarie o nelle corsie e sale operatorie a guardare il lavoro del maestro. A un certo punto sarà lui a mettere le mani nel torace, nella pancia, nel cervello di un paziente, solo con sé stesso e grazie all’esperienza maturata sul campo. Diventa primario, è bravo, sostituirà il suo maestro. Ma, secondo il criterio grillino, dopo un predeterminato periodo deve lasciare il bisturi ad altri sennò diventa un “professionista della chirurgia”.

Vede, gentile avvocato Conte, la politica è professionismo e la si impara col tempo, facendo anche errori, certo, ma sempre cercando di amministrare la polis in nome e per conto del popolo sovrano. Se poi gli errori e le manchevolezze dovessero superare i pregi, i cittadini conservano la facoltà di non rieleggere l’incapace. Magari al terzo, quarto, quinto mandato. Negli Stati Uniti il presidente (che detiene un potere esecutivo) ha il vincolo del doppio mandato, i parlamentari no. E ci sono professionisti della politica che sono passati alla storia. La politica è la scienza e l’arte di governare, la teoria e la pratica che hanno per oggetto la Costituzione, l’organizzazione, l’amministrazione dello Stato e la direzione della vita pubblica. Non possiamo affidare un compito così importante a dilettanti allo sbaraglio, a cittadini senz’arte né parte, i quali non appena hanno (questo l’auspicio) imparato qualcosa si devono far da parte perché sennò diventano dei “professionisti”, come se questo sostantivo possa trasformarsi in un aggettivo dispregiativo.

di Andrea Pamparana

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