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Giorgia Elly

Giorgia, Elly, le donne, la retorica

Ci auguriamo non solo la stucchevole contrapposizione fra due modi diversi di essere “donna“ nel futuro dialogo tra Giorgia Meloni e Elly Schlein
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Giorgia, Elly, le donne, la retorica

Ci auguriamo non solo la stucchevole contrapposizione fra due modi diversi di essere “donna“ nel futuro dialogo tra Giorgia Meloni e Elly Schlein
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Giorgia, Elly, le donne, la retorica

Ci auguriamo non solo la stucchevole contrapposizione fra due modi diversi di essere “donna“ nel futuro dialogo tra Giorgia Meloni e Elly Schlein
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Ci auguriamo non solo la stucchevole contrapposizione fra due modi diversi di essere “donna“ nel futuro dialogo tra Giorgia Meloni e Elly Schlein
Non saremo mai abbastanza stufi dei luoghi comuni. Dal trionfo elettorale di Giorgia Meloni, è il turno di quelli sulle donne di potere, che in quanto tali dovrebbero garantire il “sol dell’avvenire”. Chiariamo: avere il capo del governo e il capo dell’opposizione entrambi di sesso femminile è un’ottima cosa, una poderosa ventata di novità, un’evoluzione di fatto a lungo attesa e il frutto di una spinta della società. Un passo in avanti a cui ha dato un importante contributo chiunque, nel proprio quotidiano, senta di dover superare steccati e mettere in discussione l’ordine costituito. Cerchiamo, al contempo, di non far finta di non vedere le solite falangi di maschi e i soliti capibastone delle correnti che si muovono alle loro spalle. Il che vale per la presidente del Consiglio, ma inevitabilmente molto di più per la neo segretaria del Partito democratico. Elly Schlein è appena arrivata al traguardo grazie anche all’appoggio di buona parte della nomenclatura dei dinosauri del Pd e non ha neppure cominciato a lavorare. Cerchiamo, insomma, di andare oltre la superficie, almeno di grattarla e di provare a vedere cosa ci sia sotto: ci auguriamo non solo la stucchevole contrapposizione fra due modi diversi di essere “donna“. Finché siamo al giochino retorico del “Sono Giorgia, sono una donna, sono una mamma“ e della risposta “Sono una donna, non sono una mamma e non valgo di meno“ ne comprendiamo il valore propagandistico, ma speriamo ardentemente che entrambe la finiscano lì. Assegnare chissà quale valore a l’una o l’altra lettura del “femminile” significa ridurre a operetta la complessa evoluzione sociale e il gigantesco lavoro che ci resta da fare per assicurare alle donne pari dignità e pari trattamento in ogni ambito. Vivere come un merito le personalissime scelte di vita è proprio lo specchio di un mondo che ancora arranca. Giorgia Meloni la conosciamo ovviamente di più, ma ora tocca a Elly Schlein farci capire che tipo di politica voglia fare. Abbiamo subito una domanda per lei: cosa significa ciò che ha detto sulla guerra scatenata dalla Russia? “Giusto sostenere l’Ucraina, ma da pacifista dico che la Ue è mancata nella diplomazia, non aspetto fino all’ultimo fucile”. Cosa comporta il riferimento all’“ultimo fucile“? È favorevole o contraria all’invio di armi e aiuti militari a Kiev? È con la linea del governo e della donna Giorgia Meloni e dei maschi Mario Draghi e del suo predecessore Enrico Letta o è contraria? Partiamo da qui, da una risposta semplice eppure decisiva. In questo e in una moltitudine di altri casi non ci interesserà proprio per nulla la retorica sulla donna. di Fulvio Giuliani

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