Vi sono un paio di non detti sull’immigrazione, tornata al centro del dibattito politico italiano ed europeo: riguardano la Libia e i decreti flussi. Era ovvio che un governo di destra-centro riportasse la discussione su un tema caro soprattutto a Lega e Fratelli d’Italia. In occasione del suo debutto in Ue, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sottolineato che l’Italia, nel porre il punto sugli sbarchi, difende i confini europei. Il riferimento a questi ultimi è azzeccato in quanto il tema dell’accoglienza può essere affrontato soltanto a livello europeo, con una condivisione e responsabilità comuni tra gli Stati.
Nel ritorno dell’immigrazione a tema politico centrale vi sono però due aspetti da affrontare se si vuole finalmente uscire dall’inutile riflesso guelfi-ghibellini. Il primo: l’Italia e l’Ue devono farsi protagoniste di una pacificazione in Libia, con conseguente normalizzazione della vita del Paese africano dal quale partono molti dei migranti verso l’Italia. Senza una Libia pacificata e stabile sarà infatti impossibile governare le partenze. Il secondo aspetto riguarda i decreti flussi. Si tratta di farli e bene, tarati sul numero di immigrati che il nostro Paese richiede. Un modo semplice per dare un criterio logico alla gestione dell’immigrazione. Oltre a un dialogo franco e a una collaborazione con l’Ue, Meloni dovrebbe scommettere su questi due punti per una politica di destra-centro sull’immigrazione che vada oltre le bandiere ideologiche (di destra e di sinistra).
Di Massimiliano Lenzi
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