I politici, la popolarità e la natura che non cambia
Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato una rappresentanza delle quattro squadre di volley femminile a Palazzo Chigi. Partecipare a emozioni collettive è giusto, ma la discriminante per i politici rimane il loro grado di onestà e sincerità

I politici, la popolarità e la natura che non cambia
Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato una rappresentanza delle quattro squadre di volley femminile a Palazzo Chigi. Partecipare a emozioni collettive è giusto, ma la discriminante per i politici rimane il loro grado di onestà e sincerità
I politici, la popolarità e la natura che non cambia
Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato una rappresentanza delle quattro squadre di volley femminile a Palazzo Chigi. Partecipare a emozioni collettive è giusto, ma la discriminante per i politici rimane il loro grado di onestà e sincerità
Osservando le foto, in verità simpatiche, della presidente del Consiglio Giorgia Meloni intenta a palleggiare con Paola Egonu e le sue compagne di squadra nel cortile di Palazzo Chigi non ho potuto non pensare alle reazioni più o meno sempre uguali suscitate dai politici quando si lasciano andare a qualche momento di relax particolarmente “popolare“. Attenzione, nulla a che vedere con le “sparate“, come in qualche misura poteva essere letta “la premier nella giacca” di cui abbiamo scritto la passata settimana.
Intendiamo proprio i momenti “normali”, che poi normali mai possono essere del tutto quando coinvolgono un capo di governo o un leader di partito. Mi sono autodenunciato in apertura, definendo “simpatiche” le foto di ieri e resto dell’idea che faccia bene un po’ a tutti umanizzare il politico di turno e fare un po’ di sano marketing per quelle attività che ne possano avere o sentire il bisogno.
Ci sarà sempre chi alzerà il ditino, chi urlerà al culto della personalità, chi la butterà sul ridicolo, chi rimpiangerà i bei tempi andati. Faccenda diversa – opinione personale – il partecipare a emozioni collettive come possono essere le grandi partite di calcio, gli eventi sportivi o i più che legittimi cinque minuti di distrazione. Non a caso difendemmo la scelta di Matteo Renzi di volare a New York per la storica finale tutta italiana degli US Open fra Pennetta e Vinci. La discriminante, come nel caso della pallavolo meloniana di ieri, è il grado di onestà e sincerità. Il pubblico non è bue, checché se ne dica, e la fotografia posata, l’atteggiamento affettato o completamente ridicolo lo si sgama in tre secondi. Come potè capitare a un Monti alle prese con il cagnolino in campagna elettorale a Porta a Porta.
Una regola laurea dovrebbe essere quella di non forzare mai troppo la propria natura. Ci sono politici e politici, ci sono quelli con una propensione alla popolarità (il fuoriclasse Berlusconi, i Renzi, i Salvini, lo stesso Bersani) e quelli che devono fare pace con se stessi, perché non sfondano su questo piano, come può essere capitato al già citato Monti, a un Letta (entrambi, a dirla tutte), Tajani o Conte.
Di Fulvio Giuliani
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