
Il coraggio
Imprese, sindacati e governo. È giunta l’ora per il mondo dell’impresa di assumere un ruolo diverso e più coraggioso. Davanti all’occasione unica del Next Generation Eu, Confindustria, Confcommercio e tutti i rappresentanti di categoria devono avanzare proposte degne di questa grande opportunità.
Il coraggio
Imprese, sindacati e governo. È giunta l’ora per il mondo dell’impresa di assumere un ruolo diverso e più coraggioso. Davanti all’occasione unica del Next Generation Eu, Confindustria, Confcommercio e tutti i rappresentanti di categoria devono avanzare proposte degne di questa grande opportunità.
Il coraggio
Imprese, sindacati e governo. È giunta l’ora per il mondo dell’impresa di assumere un ruolo diverso e più coraggioso. Davanti all’occasione unica del Next Generation Eu, Confindustria, Confcommercio e tutti i rappresentanti di categoria devono avanzare proposte degne di questa grande opportunità.
Imprese, sindacati e governo. È giunta l’ora per il mondo dell’impresa di assumere un ruolo diverso e più coraggioso. Davanti all’occasione unica del Next Generation Eu, Confindustria, Confcommercio e tutti i rappresentanti di categoria devono avanzare proposte degne di questa grande opportunità.
Un fantasma si aggira tra i corridoi della politica: quello del cedimento del governo alle richieste dei sindacati e ai mal di pancia dei partiti. Sulle pensioni, Mario Draghi avrebbe accettato di partire l’anno prossimo dalla cosiddetta Quota 102, per avanzare gradualmente dal 2023.
Ebbene, è esattamente ciò che era stato ipotizzato prima del fallito confronto di Palazzo Chigi con Cgil, Cisl e Uil. Basterebbe dare un’occhiata ai giornali della scorsa settimana, è la gradualità il marchio di fabbrica dell’esecutivo in tutti i capitoli strategici. Si pensi a vaccini o Green Pass.
Sulle pensioni, in particolare, valgono le parole del presidente del Consiglio: non c’è spazio per alcuna nuova riforma. Nella legge di bilancio, intanto, si dovrebbero affrontare altri capitoli decisivi, come l’intervento sulla concorrenza. Stiamo parlando di intervenire sull’atavica idiosincrasia italica a una reale e costruttiva libera competizione. A parole, tutti l’hanno sempre invocata, nella realtà potentati e sistemi di protezionismo la fanno da padrone in interi settori dell’economia, deprimendo la competitività. Purtroppo, nel provvedimento del governo potrebbero non entrare le spiagge (come le concessioni idroelettriche e la questione ambulanti), uno degli emblemi di questo sistema arcaico e autolesionista, per cui concessioni potenzialmente ricchissime per lo Stato rendono un’inezia alle casse pubbliche. Uno scandalo che andrebbe sanato per decenza: un’esclusione del settore non sarebbe un bel segnale.
A proposito di segnali, è giunta l’ora per il mondo dell’impresa di assumere un ruolo diverso e più coraggioso. Davanti all’occasione unica e irripetibile del Next Generation Eu, Confindustria, Confcommercio, piccoli imprenditori e tutti i rappresentanti di categoria devono avanzare proposte degne dell’opportunità che ci si para davanti. Mostrando il coraggio di dire al mondo dell’impresa e del commercio che non si tratta più di ristorare o elargire bonus di settore, ma di generare condizioni strutturali di crescita a lungo termine. Questo significherà prendere decisioni dolorose, lasciare andare aziende decotte, rivoluzionare interi settori (si veda l’esempio delle spiagge). Il tema fiscale è vitale, ma non sufficiente. Conosciamo e riconosciamo i meriti della galassia di imprese che hanno accettato e vinto la sfida della concorrenza ma anche le troppe realtà che hanno scelto il calduccio del protezionismo all’italiana.
L’esperienza-Draghi è a termine per definizione, ci auguriamo possa arrivare al 2023, ma comunque parliamo di una parentesi. Come giusto. La politica sarà giudicata dalla capacità di capire cosa abbia portato fin qui, l’impresa verrà valutata su quanto avrà saputo cogliere questa ‘congiunzione astrale’ unica.
di Fulvio Giuliani
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