Il generale Carmine Masiello dichiara guerra alla burocrazia militare
“L’esercito è fatto per prepararsi alla guerra”. Le parole del capo di Stato Maggiore dell’esercito, il generale Carmine Masiello
Il generale Carmine Masiello dichiara guerra alla burocrazia militare
“L’esercito è fatto per prepararsi alla guerra”. Le parole del capo di Stato Maggiore dell’esercito, il generale Carmine Masiello
Il generale Carmine Masiello dichiara guerra alla burocrazia militare
“L’esercito è fatto per prepararsi alla guerra”. Le parole del capo di Stato Maggiore dell’esercito, il generale Carmine Masiello
“L’esercito è fatto per prepararsi alla guerra”. Le parole del capo di Stato Maggiore dell’esercito, il generale Carmine Masiello
In Italia, sotto una cappa di silenzio da parte di gran parte dei media, nei giorni scorsi un discorso ha tirato una vera e propria frustata all’intero apparato burocratico politico-militare che per decenni ha immobilizzato la nostra Difesa nazionale. L’8 novembre, alla Scuola d’Applicazione di Torino, era in programma un intervento del capo di Stato Maggiore dell’esercito, il generale Carmine Masiello, un uomo schietto e con un invidiabile curriculum operativo. «L’esercito è fatto per prepararsi alla guerra. Punto» ha esordito, scatenando di lì a poco un putiferio sui social. Anche se poco oltre il generale argomentava: «Questo non vuol dire che vogliamo la guerra, ma che ci dobbiamo preparare. E più saremo preparati, maggiori probabilità ci saranno che rimanga la pace».
Ma perché queste parole stupiscono? Per un militare dovrebbe essere naturale parlare in questi termini. Dovrebbe, appunto. Non nel nostro Paese, dove “guerra” era di fatto un termine bandito dal vocabolario delle Forze armate. Effetto di una politica miope, che per anni (in buona compagnia nel mondo occidentale) ha pensato che il mondo fosse in pace e i conflitti fossero questioni lontane in cui intervenire con piccole ed economiche operazioni di peacekeeping.
Oggi occorre un cambio di passo. Passato e futuro s’incontrano su campi di battaglia sempre più vicini a noi e che l’Italia è impreparata ad affrontare. Lo ha detto il ministro Crosetto in occasione del 4 novembre, lo ribadisce con forza lo stesso Masiello, a capo della meno efficiente e moderna fra le Forze armate: «Non c’è più tempo per la mediocrità né per la burocrazia». Eccolo il vero nemico decennale della Difesa: la burocrazia. Che il capo di Stato Maggiore attacca frontalmente per tutto il suo discorso. «Viviamo in un mondo che ha paura di cambiare, perché il cambiamento è visto come personale. Ma non si può fermare l’evoluzione di un’organizzazione per il rischio personale. Non mi interessa la carriera di ognuno, bensì cambiare l’organizzazione».
Ce n’è per tutti. Per la politica, che crogiolandosi nello scudo euro-atlantico e nella oggettiva buona preparazione dei nostri militari, non apre gli occhi davanti a un mondo instabile e un Paese indifeso. Per l’industria della Difesa, che langue nei suoi cronici ritardi di consegna troppo a lungo accettati. E per gli stessi militari, spesso nascosti dietro il vecchio e rassicurante adagio “Si è sempre fatto così”.
L’esperienza di Masiello lo spinge a chiedere proattività: «Bisogna prepararsi per gli scenari più difficili, perché così si sapranno affrontare quelli più facili». Basta correre dietro alle emergenze, è il momento di progredire con costanza, prevedendo anche gli scenari peggiori. Per farlo servono uomini e donne consapevoli del mondo in cui vivono, liberi di agire per il bene collettivo e non bloccati dalla burocrazia. Un passo avanti è già stato fatto: da ormai un lustro i vertici della Difesa sono occupati da generali e ammiragli con una solida esperienza operativa, consci dei rischi e dei bisogni dello strumento militare. Per decenni, salvo poche lodevoli eccezioni, nei ruoli apicali c’erano stati ufficiali cresciuti negli Stati Maggiori e nei comandi più grandi, lontani dalle necessità più pratiche di una Forza armata.
Il generale Masiello richiama all’ordine l’Italia intera. Basta burocrazia, basta al ‘pacifismo ideologico’ per cui la guerra non ci tange e si può sempre risolvere con mezzi diplomatici. La contemporaneità dimostra il contrario: la Difesa dev’essere una priorità per tutti.
di Umberto Cascone
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