Il provvedimento per sostenere i genitori separati in difficoltà economiche con un assegno mensile è di fatto inattuabile in quanto il testo definitivo non contemplerebbe diversi fattori.
Un provvedimento che avrebbe dovuto essere già in vigore e che invece si è arenato perché il testo così com’è è di fatto inattuabile.
Parliamo degli 800 euro al mese inseriti nel decreto Sostegni approvato a maggio che sarebbero dovuti servire per aiutare i genitori separati in difficoltà economiche a causa dell’emergenza Covid. Un assegno per consentire di pagare il mantenimento dei figli, evitando di incorrere in procedimenti penali per inadempienze.
Provvedimento voluto da Salvini (per storia personale da sempre vicino ai padri separati) e da quel Pillon noto sostenitore della famiglia tradizionale, ma votato anche dal Pd e dalle altre forze politiche. L’assegno non è mai stato erogato perché il testo viene ritenuto di fatto inattuabile: intanto non menziona per nulla le coppie di fatto, poi prevede il bonus per chi ha cessato, ridotto o sospeso l’attività lavorativa causa pandemia.
Senza specificare cosa significhi riduzione o sospensione. Infine, l’assegno sarebbe stato erogato ai genitori e non ai figli, col rischio che qualcuno non proprio retto se lo intascasse e basta. Ma in fondo a tutto questo resta il vero nodo: la mancata depenalizzazione nel testo definitivo per i genitori che non pagano gli alimenti. Prevista invece in prima battuta.
Il punto non è solo se un genitore non ha i soldi per pagare gli alimenti ma che questo rappresenti una violazione passibile di processo penale per i separati o divorziati. Perché il mantenimento dei figli non riguarda solo loro, ma tutti quanti.
di Annalisa Grandi
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