Il rodeo dei Cinque Stelle (che furono)
| Politica
L’ascesa e il declino del grillismo e del Movimento 5 Stelle. Un cambiamento avvenuto in poco meno di 4 anni: lo specchio della politica italiana odierna.

Il rodeo dei Cinque Stelle (che furono)
L’ascesa e il declino del grillismo e del Movimento 5 Stelle. Un cambiamento avvenuto in poco meno di 4 anni: lo specchio della politica italiana odierna.
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Il rodeo dei Cinque Stelle (che furono)
L’ascesa e il declino del grillismo e del Movimento 5 Stelle. Un cambiamento avvenuto in poco meno di 4 anni: lo specchio della politica italiana odierna.
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Erano tanti, erano giovani e forti e sono cotti. Guardare la parabola del grillismo e del Movimento 5 Stelle nell’arco di poco meno di 4 anni, dalla vittoria alle elezioni del 2018 a oggi, mette la politica di fronte allo specchio del suo nulla odierno. Dovevano scassare il sistema e guidare l’Italia verso un mondo nuovo. Dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Sono invece finiti come una Democrazia cristiana – ma senza la sua cultura politica e i suoi leader – e più incazzati di prima. Non più contro la casta, di cui fanno ormai parte, ma fra di loro. Del resto cangiante sembra l’aggettivo più adatto a descrivere gli anni al potere dei 5 Stelle. Hanno fatto un governo con la Lega di Matteo Salvini, hanno governato con il Partito democratico e con Matteo Renzi, oggi pure con Forza Italia di Silvio Berlusconi con cui – tutti assieme – sostengono Mario Draghi a Palazzo Chigi.
La rivoluzione della Rete è finita (sono scomparse pure le Quirinarie) e quel che resta dopo il voto per il Quirinale sono le rivalità e lo scontro fra Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, con Alessandro Di Battista che (da fuori) dice la sua. Un bel rodeo il cui epilogo è ancora da scrivere mentre il Vaffaday, la giornata che segnò l’identità anti-casta del grillismo, oggi sembra andare in scena fra di loro. Un contrappasso così veloce che in confronto Speedy Gonzales era lento. Alcuni osservatori s’interrogano sulla loro possibile scissione. Quisquilie. Unito o diviso, un fallimento politico resta un fallimento.
di Aldo Smilzo
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