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Il ruolo dell’Italia spiegato ai nostalgici

Dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, per l’Italia si è aperto un nuovo ruolo in Ue e nello scacchiere internazionale: avere rapporti privilegiati con gli Stati Uniti.
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Il ruolo dell’Italia spiegato ai nostalgici

Dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, per l’Italia si è aperto un nuovo ruolo in Ue e nello scacchiere internazionale: avere rapporti privilegiati con gli Stati Uniti.
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Il ruolo dell’Italia spiegato ai nostalgici

Dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, per l’Italia si è aperto un nuovo ruolo in Ue e nello scacchiere internazionale: avere rapporti privilegiati con gli Stati Uniti.
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Dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, per l’Italia si è aperto un nuovo ruolo in Ue e nello scacchiere internazionale: avere rapporti privilegiati con gli Stati Uniti.

La politica estera di Mario Draghi e dell’Italia spiegata ai passatisti, che nel nostro Paese non mancano. L’Italia è atlantista e questa è una collocazione. Ebbene, dalla Brexit in poi, con l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, nello scacchiere internazionale e in Ue si è aperto un nuovo ruolo per l’Italia: avere rapporti privilegiati con gli Stati Uniti che hanno perso il riferimento anglosassone dentro l’Unione.

Sperando che i passatisti abbiano preso atto che il nostro Paese ha perso la Seconda guerra mondiale e che essere filo-russi oggi è consentito fin quando la Russia non entra in conflitto palese e armato con le libertà e i nostri interessi, bisogna dar atto a Mario Draghi di aver scommesso sull’Italia come interlocutore privilegiato degli Usa dentro l’Ue. Ci sarà chi non è d’accordo con questa linea e, in un Paese libero, criticarla fa parte del gioco. Non però dire bischerate.

Pensare a una politica estera italiana in stile Giulio Andreotti o alla Bettino Craxi (due politici di gran spessore, a scanso di equivoci) significa essere rimasti al mondo che fu. L’ultima novità politica e storica per l’Ue è stata infatti l’uscita della Gran Bretagna e se qualcuno avesse posto la giusta attenzione alle parole di Draghi sul da farsi davanti all’invasione russa – pronunciate dopo l’intervento del presidente ucraino Zelensky al Parlamento italiano – si renderebbe conto che rappresentano la linea occidentale che probabilmente uscirà anche oggi dal Consiglio europeo, a cui parteciperà il presidente Usa Joe Biden.

Per i non udenti: Mario Draghi ieri ha ribadito la sua posizione parlando, pensate un po’, del ruolo della Cina. «Lo sforzo diplomatico – ha detto – deve coinvolgere anche altri Paesi. In particolare, la Cina ricopre un ruolo di grande influenza nelle dinamiche geopolitiche e di sicurezza globali. È fondamentale che l’Ue sia compatta nel mantenere aperti spazi di dialogo con Pechino affinché contribuisca in modo costruttivo allo sforzo internazionale di mediazione. Il vertice Ue-Cina del prossimo 1 aprile sarà un’occasione per sottolineare la nostra posizione. Dobbiamo ribadire la nostra aspettativa che Pechino si astenga da azioni di supporto a Mosca e partecipi attivamente allo sforzo di pace. Questo messaggio è emerso durante il lungo confronto telefonico tra il presidente Biden e il presidente Xi Jinping e negli sforzi diplomatici che lo hanno preceduto. Mi riferisco in particolare all’incontro tra il consigliere per la Sicurezza americano, Jake Sullivan, e il direttore dell’Ufficio della Commissione Affari Esteri cinese, Yang Jiechi, avvenuto a Roma».

Più chiaro di così è difficile. Per carità, ci può essere chi non condivide questa politica estera ma parlare di un ruolo irrilevante dell’Italia attiene non alla critica politica ma all’avanspettacolo. Un genere da secolo scorso.

  di Massimiliano Lenzi

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