Il successo di Meloni: gettato il ponte fra Trump e la Ue
Bilancio più che positivo a Washington per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Non era lecito attendersi annunci roboanti, ma aver registrato una disponibilità chiara e ribadita di Trump a negoziare con l’Unione Europea è molto
Il successo di Meloni: gettato il ponte fra Trump e la Ue
Bilancio più che positivo a Washington per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Non era lecito attendersi annunci roboanti, ma aver registrato una disponibilità chiara e ribadita di Trump a negoziare con l’Unione Europea è molto
Il successo di Meloni: gettato il ponte fra Trump e la Ue
Bilancio più che positivo a Washington per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Non era lecito attendersi annunci roboanti, ma aver registrato una disponibilità chiara e ribadita di Trump a negoziare con l’Unione Europea è molto
Bilancio più che positivo ieri a Washington per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Considerate le incertezze e messi in conto tutti i dubbi e i rischi, la visita del capo del governo alla Casa Bianca deve essere archiviata come un successo. Non era lecito attendersi annunci roboanti o soluzioni di carattere definitivo. E nessuno, a cominciare dalla stessa Meloni, pensava a nulla del genere. Ma aver registrato una disponibilità chiara e ribadita di Trump a negoziare con l’Unione Europea è molto.
Pur con tutte le necessarie prudenze legate all’imprevedibilità del personaggio e depurando le sue dichiarazioni dalla solita retorica (i soldi che stanno guadagnando gli Stati Uniti grazie ai dazi o la fila di Paesi ansiosi di trovare un accordo con gli Usa), restano i dati di fatto. A poche settimane dal “Liberation Day” e dai dazi a pioggia per tutti, Trump parla apertamente di trattative. E lo si fa con un atteggiamento positivo e propositivo. Almeno ieri…
Condizioni ideali per Giorgia Meloni, che ha potuto così giocare con credibilità il ruolo di pontiere cui aspira. Lo ha fatto cavalcando l’assist del capo della Casa Bianca, improvvisamente attento a riferirsi all’Unione Europea e non ai singoli Paesi. Ricordando i lunghi mesi in cui Trump ha ostentatamente evitato anche di considerarla come controparte, un’evoluzione incoraggiante. Al punto che, nella conferenza stampa seguita al vertice, il presidente ha candidamente negato di aver mai definito “parassiti” gli europei. Di voler molto bene all’Europa. E a Giorgia Meloni andava benissimo così.
Da parte sua, la presidente del Consiglio ha evitato qualsiasi dichiarazione che potesse risultare urticante. Soprattutto nei confronti dei colleghi dell’Unione o per la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. Anzi, una delle prime dichiarazioni alla Casa Bianca, dopo aver invitato in Italia Donald Trump, è stata su un auspicato faccia a faccia fra il presidente e i vertici dell’Ue.
Un mezzo miracolo, poi, aver scampato le trappole inevitabili legate alla guerra in Ucraina. Argomento su cui entrambi hanno accuratamente evitato di mostrare l’oggettiva distanza. L’unica palpabile fra i due leader, nel giorno in cui Trump si è speso in numerosi elogi per la leadership e la persona della leader italiana.
Superata la ‘trappola’ delle domande sull’atteggiamento nei confronti del Paese aggredito, le cause del conflitto e la stessa figura del presidente Volodymyr Zelensky, Giorgia Meloni ha potuto chiudere in gloria la missione.
Di Fulvio Giuliani
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