I “problemi” Musk e Soros
Scantonare il problema Musk evocando quello Soros. Anche ammesso i due non si eliderebbero, si sommerebbero
I “problemi” Musk e Soros
Scantonare il problema Musk evocando quello Soros. Anche ammesso i due non si eliderebbero, si sommerebbero
I “problemi” Musk e Soros
Scantonare il problema Musk evocando quello Soros. Anche ammesso i due non si eliderebbero, si sommerebbero
Scantonare il problema Musk evocando quello Soros. Anche ammesso i due non si eliderebbero, si sommerebbero
Pare che si possa rispondere a un rilievo facendo osservare che anche qualcun altro sta facendo o ha fatto quel che non si dovrebbe: «Togli le dita dal naso, che siamo a tavola», «Ma lui se le mette nell’orecchio». Un intrigante modo di ragionare, passibile di sempre nuovi orizzonti alla ricerca d’orifizi. L’ultima versione consiste nello scantonare il problema Musk evocando quello Soros. Anche ammesso – ci arriviamo – non si eliderebbero ma si sommerebbero.
La questione è rilevante e coinvolge molto altro, rendendo più difficile la soluzione dei problemi. Prendete la legge di bilancio e la indecorosa strozzatura della discussione parlamentare: obiettare che «anche gli altri» fecero così è una compartecipazione di colpa, è una aggravante (non una attenuante) e comunque gli «altri» sono loro stessi a fasi alterne, uniti o sparpagliati. Procedendo in questo modo, ritenendo sia assolutoria la colpa altrui, si cancella il ragionare sui rimedi. La legge di bilancio viene puntualmente approvata nelle ultime ore dell’anno perché le maggioranze che sostengono i governi e hanno il loro personale che ci siede dentro si riservano il diritto di smontare quello che il governo propone e di usare gli annunci di spesa come altrettanti manifesti propagandistici. A spese del contribuente. Difatti la pioggia di emendamenti riguarda le maggiori spese, non le maggiori entrate. Se si volesse porre rimedio si potrebbe stabilire che la legge di bilancio è inemendabile in quanto versione contabile delle scelte operate dal governo, il che non toglierebbe spazio e ruolo alle opposizioni perché potrebbero presentare leggi alternative, a loro volta incarnazione di programmi per il futuro. Sarebbe pulito e lineare, ma toglierebbe fascino all’arrembaggio con le maggioranze magmatiche e trasversali. Così ci si rifugia nella più misera delle difese: «Lo fecero anche gli altri».
A chi fa osservare che Elon Musk ha preso a ingerirsi pesantemente nella vita politica di altre democrazie – le dittature lo stimolano meno – non ha alcun senso rispondere che lo faceva o ancora lo fa George Soros. Proprio nessun senso. Posto che le democrazie sono sistemi aperti e che quindi è del tutto naturale che influenzino e subiscano influenze esterne, posto che se anche sono cittadino italiano ciò non mi toglie il diritto di dire quel che penso del governo americano o di una legge inglese né quel mio diritto è rafforzato o indebolito dal mio patrimonio, la questione delle ingerenze è totalmente diversa.
Il problema di Soros sarebbe quello che ha finanziato delle forze politiche? Se lo si ritiene, si è tenuti o a segnalare in cosa è stata violata la legge sul finanziamento dei partiti, oppure a presentare una proposta che modifichi quella legge, per impedire quel che si paventa. Il problema di Musk non è che è ricco e ha scoperto di essere di estrema destra. Buon pro gli faccia. Il problema è che il sistema d’informazione che domina è senza regole, senza responsabilità e funziona secondo un algoritmo (ovvero priorità e modalità di promozione dei contenuti) segreto. Non si tratta di maledirlo, ma di regolarlo. Perché la libertà è responsabilità, mentre l’irresponsabilità uccide la libertà. Anche se qualche demagogo da quattro soldi va dicendo che è censura il non potere commettere una nutrita serie di reati, dalla diffamazione all’aggiotaggio. Altrimenti, come niente, si arriva ad ammettere che raccontare quanto Hitler fosse comunista (come è realmente avvenuto con Musk) sia una libera opinione. Con il che può essere messa in dubbio qualsiasi cosa. Non è libertà, ma sfruttamento dell’ignoranza altrui. Ricordando che proprio questo esempio macroscopico – ultima perla di una lunga collana – dimostra che la libertà si difende a scuola, insegnando a imparare e ragionare.
Il digitale non è un mondo a sé ma un potente moltiplicatore, sicché un’ignoranza digitale è un’ignoranza mostruosa, capace di favorire le ingerenze e di far ingerire con l’imbuto qualsiasi veleno. Un mito antico, da combattere.
di Davide Giacalone
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