IusDeChe. L’Italia, gli immigrati e la cittadinanza
A parte il suggestivo festival del latinorum, quello sulle regole della cittadinanza è un girare attorno senza approdare a nulla. Non c’è contraddizione fra la consapevolezza che degli immigrati c’è e ci sarà sempre più bisogno

IusDeChe. L’Italia, gli immigrati e la cittadinanza
A parte il suggestivo festival del latinorum, quello sulle regole della cittadinanza è un girare attorno senza approdare a nulla. Non c’è contraddizione fra la consapevolezza che degli immigrati c’è e ci sarà sempre più bisogno
IusDeChe. L’Italia, gli immigrati e la cittadinanza
A parte il suggestivo festival del latinorum, quello sulle regole della cittadinanza è un girare attorno senza approdare a nulla. Non c’è contraddizione fra la consapevolezza che degli immigrati c’è e ci sarà sempre più bisogno
A parte il suggestivo festival del latinorum, quello sulle regole della cittadinanza è un girare attorno senza approdare a nulla. Non c’è contraddizione fra la consapevolezza che degli immigrati c’è e ci sarà sempre più bisogno e il volere essere rigorosi nel contrastare gli ingressi irregolari. Fra il procedere a consentire l’ingresso di centinaia di migliaia di nuovi immigrati e il volere rendere prezioso il valore della cittadinanza. Si possono tenere assieme le cose in modo limpido, ma non in un frammischione propagandistico che frulla assieme la voglia di espellere e quella d’abbracciare.
La cinica scelta fatta da +Europa di convocare un referendum suicida sulle regole della cittadinanza
La cinica scelta (fatta da +Europa) di convocare un referendum suicida, sulle regole della cittadinanza, ha avuto il perverso effetto di dimostrare che soltanto una minoranza sente il bisogno di dire la propria e in quella minoranza c’è una quota significativa – più alta che negli altri quesiti – che pensa non si debbano affatto accorciare i tempi per l’ottenimento della cittadinanza. A suo tempo la legge era stata un passo in avanti, il referendum è stato un passo indietro. Bel colpo.
Va a Forza Italia il merito di averlo impedito
Il rischio era che in quel modo si chiudesse la discussione, per il tempo a venire di questa legislatura. Va a Forza Italia il merito di averlo impedito. Insistendo sulla proposta di assegnazione della cittadinanza a quei ragazzi che abbiano compiuto un decennale ciclo scolastico. Va da sé che chi si trova in quella condizione è già italiano di fatto e vive già fra gli amici di studio e vita che sono italiani per diritto di nascita, vale a dire i nostri figli e nipoti. Far valere una differenza fra quei ragazzi è traumaticamente offensivo non per i figli degli immigrati, ma per i figli degli italiani che hanno ragionato in quel modo.
A questo si aggiunga che stiamo parlando di minorenni e la loro tutela è totale, assicurata sia dalle leggi che dalla giustizia. Da ciò discende che la proposta di FI galleggia nel mare dell’ovvio. Non di meno ha il merito di non affondare in quello della sollecitazione all’odio. Ragione per cui le opposizioni, che hanno voluto e propagandato il referendum, farebbero bene a dire: attendiamo indicazioni dai colleghi di FI, per poter tradurre in legge la loro proposta. Tanto più che il partito che fu fondato da Berlusconi sta usando questo tema per dimostrare di non avere un ruolo del tutto subordinato a quello degli alleati di governo. Mentre per la Lega sarebbe uno scacco insopportabile il veder passare l’ovvio che sa di apertura.
IusDeChe?
Questo il contesto dello IusDeChe, ma mi sto annoiando io stesso nel mentre ne scrivo. Il politichese può anche avere qualche fascino, ma privo di contenuti è di una noia mortale. E la sostanza è che in ogni parte dell’Unione Europea chiunque ottenga la cittadinanza diventa automaticamente cittadino europeo. Quindi sarebbe sensato avere regole comuni e smetterla di fare finta che abbiano un senso quelle nazionali. La sostanza è che siamo in una tale accentuata denatalità che i giovani che frequentino le nostre scuole (in tutta Ue) non è che si debba tollerarli è che si dovrebbe andare a cercarli e invitarli. La sostanza è che se dei genitori hanno un regolare permesso di soggiorno, lavorano e hanno dei figli che vanno a scuola, anche solo porsi il problema se considerare quei ragazzi nostri concittadini è segno di avere dei problemi di comprendonio.
L’Italia, gli immigrati e la cittadinanza
E la sostanza, alla fine, è che gli immigrati saranno sempre più numerosi ed è indubbio che portino anche dei disagi, specie se li si tiene a lungo in condizioni di indeterminatezza, sicché ci saranno sempre speculatori che useranno la rabbia dei più deboli e il razzismo dei peggiori per chiamare alla rivolta contro gli immigrati (poi vanno al governo e ne fanno entrare una milionata).
I problemi ci sono. E vanno pertanto affrontati. Ma senza il moralismo di chi vuol farmi sentire in colpa e senza l’amoralità di chi vuol farmi sentire superiore a chi è nato altrove. Senza contare che in salute e intelligenza ci si guadagna a essere orgogliosamente bastardi.
di Davide Giacalone
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