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La fine del movimento 5 stelle

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La parabola politica del M5s era cominciata con la carica anticasta e con la lotta ai vitalizi, ai poltronari, alle auto blu, ai politici che si fanno eleggere per troppi mandati ed è finita nel battibecco tra chi vuol restare al governo e chi se ne vuole andare

La fine del movimento 5 stelle

La parabola politica del M5s era cominciata con la carica anticasta e con la lotta ai vitalizi, ai poltronari, alle auto blu, ai politici che si fanno eleggere per troppi mandati ed è finita nel battibecco tra chi vuol restare al governo e chi se ne vuole andare
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La fine del movimento 5 stelle

La parabola politica del M5s era cominciata con la carica anticasta e con la lotta ai vitalizi, ai poltronari, alle auto blu, ai politici che si fanno eleggere per troppi mandati ed è finita nel battibecco tra chi vuol restare al governo e chi se ne vuole andare
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AUTORE: Aldo Smilzo
Sim Salabim, fate attenzione al cappello. Non c’è inganno, non c’è trucco e non ci sono più manco i 5 Stelle. Fondati e animati per anni da un comico, Beppe Grillo, che voleva darci l’America e ha finito col darsi alla politica, i 5 Stelle – con la crisi di governo e il consueto segue dibattito – chiudono di fatto oggi una parabola politica assai breve ma durata anche troppo. Era cominciata con la carica anticasta e con la lotta ai vitalizi, ai poltronari, alle auto blu, ai politici che si fanno eleggere per troppi mandati (come se la democrazia avesse una scadenza quando invece è esercizio libero del voto dei cittadini) ed è finita nel battibecco tra chi vuol restare al governo e chi se ne vuole andare. Per non elencare, prima di questi ultimi giorni, le diaspore consumate dentro la pattuglia dei parlamentari grillini – con le uscite tra gli altri di Emilio Carelli, Gianluigi Paragone e Luigi Di Maio – il vero contrappasso pensando alla loro breve storia è in fondo nelle origini. Sarebbe stato assai più coerente che il destino li avesse fatti fondare dal mago Silvan a cui i numeri riuscivano sempre. Chiedersi dove andranno adesso i grillini, dopo aver preso oltre il 32% dei voti nel 2018 e averli consumati mese dopo mese, è un po’ come chiedersi la fine che potrebbe fare il coniglio di un mago quando non esce più dal cilindro. Abracadabra, Sim Salabim, tac, tac: consumate tutte le formule e smarrita l’attesa, c’è da augurarsi che non finisca alla cacciatora. Con le olive. Pardon, con l’Ulivo.   Di Aldo Smilzo

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