La Nato soccorse gli Usa
Trump proclama che non difenderà “i Paesi Nato che non pagano abbastanza” e mette in dubbio l’aiuto degli alleati
La Nato soccorse gli Usa
Trump proclama che non difenderà “i Paesi Nato che non pagano abbastanza” e mette in dubbio l’aiuto degli alleati
La Nato soccorse gli Usa
Trump proclama che non difenderà “i Paesi Nato che non pagano abbastanza” e mette in dubbio l’aiuto degli alleati
Trump proclama che non difenderà “i Paesi Nato che non pagano abbastanza” e mette in dubbio l’aiuto degli alleati
Stabilisce l’articolo 5 del trattato istitutivo della Nato: «Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti». Nel suo sempre più crasso disprezzo per ordinamento e trattati internazionali adesso Trump non solo proclama «Non difenderò Paesi Nato che non pagano abbastanza», ma mette anche in dubbio che gli alleati possano venire in aiuto degli Usa in caso di attacco. «Pensi che verranno a proteggerci? Dovrebbero farlo. Non ne sono così sicuro» ha detto mentre rispondeva alle domande dei giornalisti dopo aver firmato gli ordini esecutivi nello Studio Ovale.
Dato il personaggio, è sempre difficile sapere se c’è e certe cose le ignora davvero oppure se ci fa e semplicemente finge di ignorarle. Ma il punto è che quella da lui presentata come ipotesi si è davvero realizzata. Sia pure una volta sola in tutti gli ormai 76 anni di storia dell’Alleanza Atlantica. E sapete per chi venne invocata? Proprio per gli Usa.
Il 12 settembre 2001, il giorno dopo l’attacco alle Torri Gemelle, fu il segretario della Nato (il britannico George Robertson) a telefonare al segretario di Stato Colin Powell. Proponendogli di far scattare l’articolo. Così il 3 ottobre 2001 la Nato autorizzò due operazioni militari. La prima, “Eagle Assist”, dispiegò 830 aviatori e sette aerei con bandiera Nato negli Usa. In modo da consentire ai velivoli dell’aeronautica militare statunitense di iniziare a ribasarsi all’estero in preparazione delle operazioni militari offensive. La seconda, denominata “Active Endeavour”, fu un’operazione navale nel Mediterraneo. Volta ad arrestare il transito di potenziali armi di distruzione di massa. Furono inoltre autorizzate sei misure aggiuntive. Fra cui l’autorizzazione al sorvolo generalizzato degli aerei dell’aeronautica militare statunitense sul territorio degli Stati membri della Nato. E l’aumento della sicurezza locale attorno alle basi militari statunitensi situate negli Stati appartenenti all’Alleanza Atlantica.
In risposta a una richiesta delle Nazioni Unite, la Nato in seguito creò e schierò la Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf). Per stabilizzare l’Afghanistan dopo l’invasione statunitense. E in quel Paese ha continuato le operazioni fino al 2014. Si è ritirata sette anni prima degli Usa (nel 2021). Con la conseguente vittoria dei talebani. Oltre a 2.461 militari Usa, ne morirono comunque altri 1.160 originari di ben 31 Paesi (non solo Nato): 457 britannici, 159 canadesi, 90 francesi, 62 tedeschi, 53 italiani, 44 polacchi, 43 danesi, 41 australiani e altri ancora.
Durante la Guerra dell’Iraq (2003-2011) l’Alleanza Atlantica non svolse invece alcun ruolo ufficiale dell’Alleanza Atlantica, salvo una missione di 150 consiglieri col compito di addestrare le nuove forze di sicurezza irachene. Su 4.804 caduti delle forze multinazionali (alcune Nato e altre no), ci furono 4.486 statunitensi, ma anche 318 di altri 21 Paesi tra cui 33 italiani (19 soltanto nella strage di Nassiriya del 12 novembre 2003). La nostra è stata la terza nazione per numero di caduti, dopo gli stessi Stati Uniti e il Regno Unito. Quarta la Polonia, con 23 vittime. E subito dopo – con 18 morti – proprio quell’Ucraina che secondo Trump «dovrebbe ringraziare».
di Maurizio Stefanini
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