La Russa e la Storia ignorata e maltrattata
| Politica
Sostenere che non ci siano riferimenti all’antifascismo nella nostra Costituzione, significa andare oltre l’ignoranza testuale della Carta stessa
La Russa e la Storia ignorata e maltrattata
Sostenere che non ci siano riferimenti all’antifascismo nella nostra Costituzione, significa andare oltre l’ignoranza testuale della Carta stessa
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La Russa e la Storia ignorata e maltrattata
Sostenere che non ci siano riferimenti all’antifascismo nella nostra Costituzione, significa andare oltre l’ignoranza testuale della Carta stessa
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Che fastidio dover scrivere: “l’avevamo detto”. Mancano tre giorni e il 25aprile si è trasformato nell’inevitabile ordalia di stupidaggini, prese di posizione scontate e imbarazzanti di cui avevamo “paura“, sulla base degli ultimi mesi di confronto “culturale“ e “storico“ su Liberazione, fascismo e antifascismo fra i partiti di maggioranza e opposizione.
Il solito show a base di storia ridotta a coriandoli, a puzzle rozzo e inconcludente, a cui ieri il presidente del Senato Ignazio La Russa ha voluto dare ancora una volta il suo alto contributo con una nuova uscita raffazzonata (non bastava evidentemente quella su via Rosella e le fosse Ardeatine) su uno dei passaggi fondanti della nostra Repubblica. Non staremo neanche a contestare l’imbarazzante dichiarazione della seconda carica dello Stato sul punto solare della matrice antifascista non solo della nostra Costituzione – con tanto di riferimento scritto nella XII norma transitoria e finale – ma della Repubblica stessa.
Troviamo sconvolgente, sconfortante, ma anche illuminante del livello di conoscenza della nostra storia dopo decenni di inutili liti sempre uguali, che ci sia ancora tanta nebbia sulle colpe e le responsabilità storiche del nostro Paese, negli anni più bui del XX secolo e in assoluto della storia dell’uomo. Sostenere che non ci siano riferimenti all’antifascismo nella nostra Costituzione, significa andare oltre l’ignoranza testuale della Carta stessa, significa non sapere, non ricordare o far finta di non sapere e non ricordare dove fosse e cosa facesse l’Italia fascista negli anni dello scontro mortale fra le democrazie e la libertà da un lato e la tirannide, la schiavitù e i peggiori orrori che siano stati mai partoriti da un lucido progetto politico dall’altro. Noi eravamo dalla parte sbagliata della Storia.
Non è necessario scrivere altro, se non invitare a leggersi un buon libro di storia e imparare qualcosa. Cercando, se possibile, di non tirar dentro questa polemica ridicola e scassata anche un personaggio straordinario nel suo coraggio e tragicità come Jan Palach. Un eroe globale della libertà che non merita di essere evocato in un’assurda rincorsa al revisionismo storico.
Di Fulvio Giuliani
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