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Alta Velocità

L’alta velocità non è un capriccio

Il progetto di allungamento della linea dell’Alta Velocità si scontra ancora una volta con l’opposizione di Comuni e cittadini
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L’alta velocità non è un capriccio

Il progetto di allungamento della linea dell’Alta Velocità si scontra ancora una volta con l’opposizione di Comuni e cittadini
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L’alta velocità non è un capriccio

Il progetto di allungamento della linea dell’Alta Velocità si scontra ancora una volta con l’opposizione di Comuni e cittadini
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Il progetto di allungamento della linea dell’Alta Velocità si scontra ancora una volta con l’opposizione di Comuni e cittadini

Facile è citare il romanzo di Carlo Levi, se a quanto pare a Eboli non si è fermato solo Cristo ma anche l’Alta Velocità. L’infrastruttura ferroviaria, da sempre foriera di scontri e proteste, torna adesso alla ribalta a causa del progetto di allungamento della linea che si scontra con l’opposizione di Comuni e cittadini. La sospensiva richiesta dai sindaci è stata respinta. Ora però pende un ricorso al Tar che rischia di allungare notevolmente i tempi di un’opera che, per quanto controversa, arrecherebbe evidenti e innegabili vantaggi ai territori interessati.

A Eboli si tratta di scavare un tunnel sotterraneo che comporterebbe la demolizione di una cinquantina di case. Altrove invece si protesta perché il percorso previsto prevede l’attraversamento di aree interne escludendo quella costiera, penalizzando quindi le zone più turistiche. In tutto sono più di una trentina i Comuni campani, lucani e calabresi che si oppongono al progetto. Tutto legittimo, naturalmente. Però c’è un però. Basta guardare che cosa succede laddove l’Alta Velocità è arrivata: le tratte Roma-Milano, Milano-Torino, Milano-Bologna. Città che oggi si raggiungono con una facilità impressionante e questo a tutto vantaggio di chi si sposta per lavoro, ma anche dei turisti e di conseguenza di quanti, in quelle città, hanno delle attività economiche. Insomma, la rapidità negli spostamenti è un fattore determinante di crescita. Non si può non tenerne conto nel valutare pro e contro. Anche perché quanto appena scritto non vale invece per altre zone del Paese, in particolare proprio quelle che dovrebbero essere toccate dal prolungamento dell’Alta Velocità. Oggi raggiungere alcune zone è un’impresa di sicuro snervante e in molti casi l’unica vera opzione rimane quella del viaggio in automobile, che comporta un maggior danno per l’ambiente.

Sicuramente è comprensibile lo stato d’animo di chi potrebbe vedere abbattuta la propria abitazione (i residenti lamentano che i ristori proposti siano tra gli 800 e i 1.000 euro al metro quadrato). Si potrebbe proporre loro di scegliere fra una cifra adeguata e un’altra casa, situata nelle vicinanze. In ogni caso sul lungo periodo i benefici dell’opera sarebbero maggiori dei problemi. Lo ribadisce Rete Ferroviaria Italiana (Rfi), che sottolinea come «la nuova linea Alta Velocità Salerno-Reggio Calabria costituisce un itinerario strategico per la connessione tra il Sud della penisola e il Nord». Si può negare che sia così?

Di certo i lavori andranno realizzati dopo tutti gli studi di fattibilità, ma questa valanga di ricorsi rischia di far arenare un progetto da oltre 11 miliardi di euro che in prospettiva rappresenta un tassello molto importante per il futuro del Paese e soprattutto per il collegamento e la crescita economica proprio delle aree coinvolte. Chi ne dubita guardi gli esempi di cui scrivevamo all’inizio. Certi passaggi, seppur alle volte in qualche modo dolorosi, sono necessari. Anche per colmare quel gap odioso da pronunciare ma che purtroppo ancora esiste nella nostra penisola.

di Annalisa Grandi

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