Legge di bilancio e occasioni
Legge di bilancio e occasioni
Legge di bilancio e occasioni
In attesa di leggere la Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza, che inquadra la legge di bilancio che va presentata entro il 15 ottobre alla Commissione europea, notiamo la stranezza del clima che la precede. Normalmente i governi ci tengono a far sapere che le cose vanno bene e che, grazie a loro, andranno meglio. L’attuale governo ha avviato la sua attività dopo due anni di significativa crescita del Prodotto interno lordo e in un anno di ulteriore crescita (sebbene rallentata), in previsione di un 2024 che la conferma (sebbene con un maggiore rallentamento, in controtendenza con la media Ue e gli altri grandi Paesi). Eppure il racconto che si è fatto è di segno opposto, fino a esagerazioni del tipo: prendiamo in mano il Paese nel momento peggiore della sua storia. Boom! E vabbè, ma perché si continua con quel registro? Perché ciascun coalizzato pretende la propria fetta di promesse (impossibili) da mantenere, talché la somma –contraddicendo Totò – non fa il totale, ma la differenza in deficit. Il che è pericolosissimo, dati i tassi d’interesse e l’essere in ballo la riforma del Patto di stabilità.
Tali condizioni, però, sono anche un’occasione. Posto che già sul finire della campagna elettorale (scorsa) Meloni e Fratelli d’Italia negarono l’opportunità – reclamata da Lega e Forza Italia – di sfondamenti di bilancio e crescita del deficit, è l’occasione per mostrare e dimostrare di non essere in balìa degli alleati e di avere veramente un orizzonte temporale di legislatura, quindi ben oltre le urne del prossimo giugno.
Ed è un’occasione anche per un altro aspetto, non meno importante: data la natura politica del governo, non è pensabile sostenga di dovere limitare gli squilibri “perché ce lo chiede l’Europa” – come dissennatamente si sostenne e rimproverò in passato – dovendo quindi spiegare che lo si fa perché quello è l’interesse dell’Italia. In questo modo si darebbe dimostrazione di saldezza e autorevolezza, impartendo una lezione a opposizioni che non ebbero, quando governavano, il coraggio di dirlo con chiarezza.
di Davide Giacalone
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