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Matteo Renzi Arabia Saudita

Legittimo ma non opportuno

Dopo aver ricevuto circa un milione e centomila euro dall’Arabia Saudita guadagnati per la sua attività di conferenziere, l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi replica dicendo che “è tutto in regola”. Sempre che la regola sia quella della legittimità.
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Legittimo ma non opportuno

Dopo aver ricevuto circa un milione e centomila euro dall’Arabia Saudita guadagnati per la sua attività di conferenziere, l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi replica dicendo che “è tutto in regola”. Sempre che la regola sia quella della legittimità.
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Legittimo ma non opportuno

Dopo aver ricevuto circa un milione e centomila euro dall’Arabia Saudita guadagnati per la sua attività di conferenziere, l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi replica dicendo che “è tutto in regola”. Sempre che la regola sia quella della legittimità.
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Dopo aver ricevuto circa un milione e centomila euro dall’Arabia Saudita guadagnati per la sua attività di conferenziere, l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi replica dicendo che “è tutto in regola”. Sempre che la regola sia quella della legittimità.
Siamo cittadini-elettori sempre meno praticanti e sempre più disincantati di fronte agli annunci roboanti. Se pochi avevano creduto a Veltroni volontario in Africa, nessuno si attendeva che Renzi – sconfitto al referendum costituzionale – lasciasse la politica per dedicarsi finalmente a una professione. Senonché l’ex presidente del Consiglio ha deciso di colorare il suo tramonto politico con pennellate inedite: parlamentare della Repubblica che in Italia dispensa gratis opinioni a telespettatori annoiati e al tempo stesso conferenziere e consulente di società e governi di Paesi stranieri. Anche un pochetto particolari, come Russia e Arabia Saudita. La notizia di un suo recente giroconto di un milione e centomila euro così guadagnati scandalizza i suoi per «illecita violazione del segreto bancario e della privacy». Reagendo agli antipatizzanti, Renzi fa invece l’offeso: «È tutto in regola». Sempre che la regola sia quella della legittimità, non quella dell’opportunità e dell’affidabilità politica di chi già riceve un onorevole stipendio per difendere prima di tutto gli interessi del suo Paese.   di Vittorio Pezzuto

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