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L’eterna Roma Kaputt Mundi

Non si vive solo di Colosseo. Roma, città eterna, si trova al quinto posto mondiale secondo il City Brand, il rating internazionale che valuta il potenziale geografico, economico, artistico e reputazionale delle grandi città. La capitale d’Italia però non può vivere solo di passato, occorre farla entrare nel futuro.
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L’eterna Roma Kaputt Mundi

Non si vive solo di Colosseo. Roma, città eterna, si trova al quinto posto mondiale secondo il City Brand, il rating internazionale che valuta il potenziale geografico, economico, artistico e reputazionale delle grandi città. La capitale d’Italia però non può vivere solo di passato, occorre farla entrare nel futuro.
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L’eterna Roma Kaputt Mundi

Non si vive solo di Colosseo. Roma, città eterna, si trova al quinto posto mondiale secondo il City Brand, il rating internazionale che valuta il potenziale geografico, economico, artistico e reputazionale delle grandi città. La capitale d’Italia però non può vivere solo di passato, occorre farla entrare nel futuro.
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Non si vive solo di Colosseo. Roma, città eterna, si trova al quinto posto mondiale secondo il City Brand, il rating internazionale che valuta il potenziale geografico, economico, artistico e reputazionale delle grandi città. La capitale d’Italia però non può vivere solo di passato, occorre farla entrare nel futuro.
Un grande avvenire dietro le spalle. Roma è bella? Sì. Roma è unica? Ancora sì, perché nessuno ha il Papa, il Vaticano e il Colosseo tutti assieme in pochi chilometri quadrati. Roma è prima nel mondo? No. Almeno secondo il City Brand, il rating internazionale che valuta il potenziale geografico, artistico, economico e reputazionale delle grandi città del pianeta. In questa graduatoria la Città eterna si trova al quinto posto mondiale dopo l’inglese Londra, l’australiana Sydney, la francese Parigi e l’americana New York. Il che, diciamocela tutta – considerando tutto ciò che a Roma da ormai troppi anni non funziona – è persino un mezzo miracolo. Viabilità, mobilità, servizi, periferie e raccolta dei rifiuti a Roma non vanno o funzionano a macchia di leopardo. Il giornalista Maurizio Costanzo, romano, ha detto di recente che servirebbero due sindaci per governarla visto com’è diventata grande ma secondo noi basterebbe una buona amministrazione, coraggiosa e competente. Lo scriviamo perché questa Roma eterna nelle sue bellezze ma anche nei propri vizi alla fine è uno dei simboli più potenti, forse il più potente, dell’Italia. Tra pochi giorni i suoi cittadini voteranno per scegliere il nuovo sindaco mentre il nostro Paese ha cominciato a ripartire dopo un anno e mezzo di virus e di crisi economica. Ebbene, Roma deve rilanciarsi con l’Italia, questa è l’occasione da non perdere. Perché farla vivere di passato non basta più. Occorre farla entrare nel futuro. E per questo è necessaria la politica che troppo spesso a Roma (ma anche in Italia) è mancata o non è stata all’altezza del compito. La Capitale – oltre a godere di sé stessa, dei suoi musei, delle sue ville e dei suoi giardini – deve dare impulso a tutto ciò che è rimasto indietro. Trasformandosi in una città finalmente pulita, con trasporti pubblici capillari ed efficienti, con le periferie più coinvolte nella vita urbana e meno insicure. E poi il tema della crescita, imprenditoriale ed economica, per metterla finalmente al passo con le altre capitali del mondo. Ha scritto Ennio Flaiano che «Roma è una città eterna non per le sue glorie, ma per la capacità di subire le barbarie dei suoi invasori, di cancellarle col tempo, di farne rovine». Bella frase, letteraria, romantica. Ma anche l’eternità alla lunga si stanca e occorre saperla ravvivare. Questo dovrebbe fare una buona politica governando Roma. Guardare prima al futuro e poi al passato. Fare ciò che serve. Non aspettare che sbarchi l’ennesimo marziano (a Roma) e si stupisca di quanta bellezza ha attorno per poi sgomento ripetere: «Ma che peccato, è così sporca».   di Massimiliano Lenzi

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