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Ministro Valditara, un perché senza risposta

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Cosa volesse dimostrare il ministro Valditara, con la sua uscita relativa alle proteste sul caro-affitti degli studenti, non lo sapremo mai
Ministro Valditara

Ministro Valditara, un perché senza risposta

Cosa volesse dimostrare il ministro Valditara, con la sua uscita relativa alle proteste sul caro-affitti degli studenti, non lo sapremo mai
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Ministro Valditara, un perché senza risposta

Cosa volesse dimostrare il ministro Valditara, con la sua uscita relativa alle proteste sul caro-affitti degli studenti, non lo sapremo mai
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Ministro Valditara, perché? Perché quell’uscita certamente buona a guadagnarsi i repentini like dei propri ultras (anzi degli ultras della propria parte politica, non conosciamo grandi e focosi sostenitori del responsabile della Pubblica istruzione e del Merito), ma così inutile davanti al problema sollevato dagli studenti accampati nelle tende? Perché mettersi nel centro del mirino delle scontatissime repliche dell’opposizione e soprattutto dei sindaci di quelle città frettolosamente indicate come “responsabili“ del problema caro-affitti – in particolar modo per i “fuorisede“ – in quanto governate dal centrosinistra? Perché la politica italiana è questa. Pura azione e reazione, strettamente legata all’oggi, al momento, alla polemica che possa garantire visibilità e rumore. Che tutto ciò sia fine a se stesso, irrilevante rispetto al problema dato, finisce per essere un fastidioso dettaglio. Dobbiamo dire grazie agli studenti, che non siamo abituati a blandire in quanto tali, ma a stimolare su diversi piani come abbiamo provato a fare qui anche ieri. Dobbiamo dire grazie per aver posto all’attenzione del Paese un’emergenza in grado di influire su scelte cruciali della loro vita. Risvegliatosi dal torpore, però, tocca al mondo degli adulti- di chi ha responsabilità di governo in modo particolare e più generale all’intera galassia della politica – aggredire il problema. Non si può offrire uno spettacolo del genere, dividendosi per bande, preconcetti, posizioni strumentali in cui persino studentati, residenze e campus universitari si tramutano in clave da agitare confusamente. Anche il ministro competente, quello dell’Università e della Ricerca, è rimasto basito dall’uscita del collega. Anna Maria Bernini ha stigmatizzato le polemiche fini a se stesse, consapevole di avere davanti a sé un Everest, sul quale si sono improvvisamente accesi tutti i riflettori d’Italia. La verità è che qualcosa si sta facendo, ma troppo poco. Che dietro i fondi (benedetti) del Pnrr, non si vede altro e questo espone il governo alla critica di “abbandonare“ gli studenti degli atenei pubblici in uno stato di evidente svantaggio rispetto a chi può permettersi le università private. Una critica persino troppo facile, ma che merita risposta nei fatti. Non scazzottate disperse nell’aria per farsi notare un po’. di Fulvio Giuliani

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