Natale d’Europa e Italia
| Politica
Sarà un Natale di riflessione, come sempre in fin dei conti, ma risparmiamoci previsioni apocalittiche e descrizioni del Paese come fossimo alla vigilia dell’Armageddon.
Natale d’Europa e Italia
Sarà un Natale di riflessione, come sempre in fin dei conti, ma risparmiamoci previsioni apocalittiche e descrizioni del Paese come fossimo alla vigilia dell’Armageddon.
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Natale d’Europa e Italia
Sarà un Natale di riflessione, come sempre in fin dei conti, ma risparmiamoci previsioni apocalittiche e descrizioni del Paese come fossimo alla vigilia dell’Armageddon.
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Che Natale sarà? Un Natale con la guerra che nessun uomo di buona volontà può dimenticare neppure per un minuto. 300 giorni di conflitto barbaro e inumano, che fanno da sfondo alle nostre vite. In Europa.
Un’invasione nel nostro continente, per la prima volta dopo oltre 70 anni.
Una Resistenza eroica, un appoggio compatto e convinto del mondo occidentale all’Ucraina, azzannata alla giugulare da un dittatore ossessionato dai suoi sogni-incubi di gloria nazionale. Un nuovo e impresentabile zar fuori dalla Storia, incurante dei più basilari elementi di diritto internazionale e di rispetto reciproco, con cui dovremo fare i conti ancora a lungo.
Un Natale alle prese con le conseguenze dell’avventura russa, a cominciare dall’inflazione che ha agitato negli ultimi giorni dell’anno i rapporti fra i governi (in special modo quello italiano) e la Banca centrale europea.
Un Natale di crescita, nonostante tutto questo e nonostante una narrazione asfittica, pessimista e semplicemente falsa.
L’anno che andiamo a concludere – ne parleremo più diffusamente la prossima settimana – è stato semplicemente eccezionale quanto a risultati economici. Ancor di più dato il contesto generale, come sottolineato oggi anche dall’ex presidente del Consiglio Mario Draghi nella prima intervista concessa sui suoi 17 mesi di governo al Corriere della Sera. Ciò che ha fatto l’Italia è stupefacente, con una crescita doppia rispetto a Francia e Germania.
Alla faccia dei “troppi impegni lasciati incompiuti” dal vecchio esecutivo, secondo qualche dichiarazione scomposta del nuovo.
Natale, però, non può essere un momento di polemiche e quindi al governo guidato da Giorgia Meloni spetta il compito di raccogliere i frutti della crescita, non disperderla e impostare al meglio il 2023. Anno che si annuncia certamente complesso nei primi mesi, ma anche con alcuni segnali importanti da saper cogliere. Come il precipitare del prezzo del gas, determinato anche dal varo (finalmente! L’Italia lo propose con Mario Draghi lo scorso mese di marzo…) del price cap.
Sarà un Natale di riflessione, come sempre in fin dei conti, ma risparmiamoci previsioni apocalittiche e descrizioni del Paese come fossimo alla vigilia dell’Armageddon. Abbiamo problemi, ma ben più capacità e opportunità.
di Fulvio Giuliani
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