Come in tutti i periodi di transizione (e a causa delle rivoluzioni tecnologiche, i nostri tempi sembrano ormai in transizione continua) sembra stia germogliando anche adesso in Italia una sorta di magma sociale, molto variegato e genericamente ‘antagonista’, prendendo a pretesto – questa volta – le misure che il governo adotta per contrastare la pandemia da Covid.
Da un lato abbiamo piazze numerose che protestano contro le vaccinazioni in genere e ultimamente contro il Green Pass. Piazze che – almeno in parte – sembrano avere una certa propensione a passare alle vie di fatto, se opportunamente sollecitate dalle forze politiche ‘antagoniste’, variamente colorate, che via via ne prendono la guida.
Dall’altro abbiamo una saldatura oggettiva tra il comunicato di Forza Nuova emesso a seguito dell’arresto dei suoi leader (e che garantisce che «il livello dello scontro non si fermerà») e quello del Comitato Lavoratori Portuali per Trieste, il quale afferma di volersi opporre a qualsiasi soluzione conciliativa per evitare il blocco di quel porto dal 15 ottobre e «fino a quando non sarà tolto l’obbligo del Green Pass per lavorare» – e questo non solo per loro ma per tutti i lavoratori.
Uno Stato democratico non può prendere sottogamba questi sintomi di ribellismo. Allo stato delle cose la via maestra, liberale e forte, è una sola: non controproducenti velleità censorie, ma applicazione in modo rigoroso e senza sconti della legge penale e delle disposizioni amministrative per chi viola entrambe.
di Nicola Rocco
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