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Ubriachi di faziosità

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Cercare sempre un nemico è un modo di pensare che è una zavorra che può diventare una maledizione per un Paese moderno
nemico

Ubriachi di faziosità

Cercare sempre un nemico è un modo di pensare che è una zavorra che può diventare una maledizione per un Paese moderno
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Ubriachi di faziosità

Cercare sempre un nemico è un modo di pensare che è una zavorra che può diventare una maledizione per un Paese moderno
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Come ci si può mai meravigliare del livello del dibattito politico, impegnato costantemente a cercare l’aggancio polemico contro questo o quello, se siamo noi cittadini i primi ossessionati da un’idea dell’altro, di chiunque non la pensi esattamente come noi (non siamo algoritmi!), indissolubilmente legata alla caccia alla polemica, al nemico occulto o dichiarato, alla frase tendenziosa, al sospetto? Negli ultimi due giorni mi è capitato di scrivere delle vicende di Firenze e Pisa, provando (sottolineo provando, non ho alcuna pretesa di esserci riuscito, ma l’assoluta coscienza di aver tentato) a mantenere un atteggiamento profondamente razionale. Con il quale, pur riconoscendo tutte le difficoltà della gestione dell’ordine pubblico in piazza, tenendomi rigorosamente lontano da qualsiasi semplificazione ridicola contro le Forze dell’ordine, non ho ritenuto di poter tacere – per decenza, moralità, coscienza democratica, senso genitoriale – errori marchiani e gravi commessi contro dei minorenni. Sono fra coloro che avrebbero sinceramente apprezzato delle scuse immediate, la capacità di rendersi conto dell’errore commesso, senza attendere la durissima reprimenda arrivata dalla Presidenza della Repubblica. Perché quella ha cambiato completamente le carte in tavola e generato un inevitabile caso politico, figlio di un eccesso di ‘prudenza’ al Viminale – a voler essere ottimisti – dopo le manganellate di venerdì. Nonostante questo approccio, è tutto un fiorire di accuse, chi ti dà del comunista, chi dell’agitatore, chi di quello che odia Polizia e Carabinieri e idiozie di questo genere. Idiozie gravi, perché testimoniano – escludendo l’incapacità di comprendere un semplice testo in lingua italiana – la pervicace volontà di cercare il nemico. Anche nello stesso Presidente della Repubblica, che appena 48 ore prima aveva alzato la voce e tanto contro episodi inqualificabili ai danni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Per costoro, però, Mattarella ha ragione solo se la pensa in un modo. Se mantiene la barra dritta, infischiandosene come sacrosanto delle parti, risulta un corpo estraneo. Troppo poco italiano, per gli ultras della parola e del pensiero. Questo modo di pensare (ragionare francamente appare troppo) è un zavorra che può diventare una maledizione per un Paese moderno. Abbiamo (avremmo) un disperato bisogno di crescere nel dibattito, nel confronto e nella reciproca capacità di riconoscersi e legittimarsi. di Fulvio Giuliani 

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