AUTORE: Andrea Pamparana
Il signor Rossi si è svegliato angosciato dopo una notte agitata. Ha un appuntamento in Tribunale e nonostante il suo avvocato gli abbia telefonato per dirgli di stare tranquillo, lui tranquillo non è. Perché, come milioni di suoi concittadini, ha paura della giustizia. Non il reverenziale timore per la Giustizia, con la maiuscola.
Se il signor Rossi ha avuto modo di seguire la cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario 2022, ha capito una cosa: il primo presidente della Corte suprema di Cassazione, Pietro Curzio, ha dato un brutto voto ai suoi colleghi, soprattutto giovani.
Le sentenze, ha detto, devono essere chiare e concise. Se non lo sono la causa è nello scarso interesse e impegno a scuola, fin dalle elementari, per il tema di italiano e, soprattutto, per il vecchio riassunto. Lo ricordate? Riassunto del terzo capitolo dei “Promessi sposi”! Panico per i più, sorriso per il secchione della classe. Oggi non si usa più. Poi il signor Rossi, la cui agitazione cresce man mano che si avvicina all’aula del Tribunale, ha sentito dire che i magistrati sono pochi, troppo pochi e che la situazione è critica.
Anche perché la Corte suprema di Cassazione, lo ha detto il primo presidente Pietro Curzio, si sente sotto assedio. 80mila cause all’anno!
Il signor Rossi si sente già in colpa. Quando, fra molti anni, il suo avvocato si presenterà in Cassazione, dovrà sperare che – al contrario di quanto denunciato dal presidente Curzio – l’appello sia stato fatto bene, sia dai magistrati sia dall’avvocato.
E quando ha sentito, il signor Rossi, che si tratta spesso di un lavoro gravoso e sostanzialmente inutile, spontanea gli sorge una domanda: «Ma chi me l’ha fatto fare?». Era un bambino quando aveva sentito dire che è necessaria e ineludibile una radicale riforma della giustizia. Sono trascorsi almeno tre decenni e ne stanno ancora parlando.
Quello che però non sa il signor Rossi è che il primo presidente della Corte suprema di Cassazione, Pietro Curzio, ha parlato nell’importante consesso grazie a un intervento in extremis del plenum del Csm in una seduta presieduta dal capo dello Stato, il giorno precedente l’inaugurazione.
Il Csm ha infatti confermato la nomina fatta nel 2020 e annullata il 14 gennaio scorso dal Consiglio di Stato, massimo giudice speciale amministrativo. Quindi altri giudici, quelli del Consiglio di Stato, hanno decapitato l’intero vertice della Cassazione facendo decadere anche la vice di Curzio, Margherita Cassano. Mica roba da niente. Il Consiglio di Stato, organo di antica tradizione, è di fatto un giudice d’appello dei Tar – i Tribunali amministrativi regionali – e contro le sue sentenze non sono ammessi ricorsi in… Cassazione.
La conferma del Csm è passata a larga maggioranza, quindi per ora è tutto a posto. Il procuratore generale della Cassazione, Giovanni Salvi, ha ammesso che la magistratura deve ritrovare la fiducia del cittadino. Dubitiamo che il signor Rossi, ora, sia più tranquillo.
di Andrea Pamparana
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- Tag: Italia, magistratura
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