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Politici. Troppe chiacchiere

Un suggerimento ai politici: guardino meno i sondaggi (che registrano quasi sempre umori passeggeri e volubili) ma soprattutto lavorino concretamente nel Palazzo per rendere questo Paese migliore, più efficiente e moderno
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Politici. Troppe chiacchiere

Un suggerimento ai politici: guardino meno i sondaggi (che registrano quasi sempre umori passeggeri e volubili) ma soprattutto lavorino concretamente nel Palazzo per rendere questo Paese migliore, più efficiente e moderno
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Un suggerimento ai politici: guardino meno i sondaggi (che registrano quasi sempre umori passeggeri e volubili) ma soprattutto lavorino concretamente nel Palazzo per rendere questo Paese migliore, più efficiente e moderno
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Un suggerimento ai politici: guardino meno i sondaggi (che registrano quasi sempre umori passeggeri e volubili) ma soprattutto lavorino concretamente nel Palazzo per rendere questo Paese migliore, più efficiente e moderno
I politici pensano che se non mandano in rete una dichiarazione al giorno, a volte anche due e spesso in contraddizione l’una con l’altra, il popolo sovrano non si accorga di loro e che nel sondaggio mattutino che ricevono sulla scrivania possano così perdere uno zero virgola qualcosa di consenso. Un suggerimento: guardino meno i sondaggi (che registrano quasi sempre umori passeggeri e volubili) ma soprattutto lavorino concretamente nel Palazzo per rendere questo Paese migliore, più efficiente e moderno. Prendiamo il neoministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, definito consigliere giuridico di Matteo Salvini, quindi in base al manuale Cencelli del nuovo governo collocabile in quota Lega. Come primo atto della sua attività nel sacro luogo che fu della professoressa Azzolina (colei che in era Covid invocò i banchi a rotelle), ha vergato una lunga lettera agli studenti per l’anniversario della caduta del Muro di Berlino (9 novembre 1989) e l’inizio della fine del comunismo. In sé cosa buona e giusta, perché in Italia molti – non solo certi patetici nostalgici – hanno la tendenza a dimenticare che il comunismo fu un male assoluto. Si dà però il caso che quel giorno sia anche la ricorrenza tragica della Notte dei cristalli (9 novembre 1938), quando nella Germania nazista, in Austria e nella libera città di Danzica furono distrutte oltre cinquecento sinagoghe e uccise duemila persone di religione ebraica. Non a caso le Nazioni Unite hanno proclamato il 9 novembre Giornata mondiale contro il fascismo e l’antisemitismo. Nel suo papiello agli studenti il ministro Valditara ha ‘scordato’ questa data e, ovviamente, si sono aperte le cateratte dell’indignazione: «Propaganda e racconto pararevisionista!», a seguire un profluvio di dichiarazioni serali di politici che non vedevano l’ora di lasciare il proprio segno nei take delle agenzie di stampa. Immediata la replica del ministro: «Non accetto lezioni da nessuno!». Mi perdoni il professor Valditara, ma credo che sarebbero bastate due righe per suggerire agli insegnanti di affrontare il tema dei due grandi mali del Novecento: nazifascismo e comunismo. Due righe, lasciando a professori e studenti l’arduo compito di insegnare e apprendere, che sarebbe anche ora. Ai ministri, ai sottosegretari e ai peone della politica suggerisco di parlare meno e lavorare di più. L’Italia non ha bisogno di editti apodittici né di lezioni in carta bollata, ma di opere di bene. Perché troppe chiacchiere si trasformano quasi sempre in inutili e fastidiose cacofonie. Di Andrea Pamparana

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