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Raccomandazioni UE all'Italia

Raccomandazioni UE all’Italia: abbassare il cuneo fiscale

La Commissione europea raccomanda all’Italia di ridurre il cuneo fiscale. Ma a pagarne le conseguenze saranno i soliti lavoratori onesti.
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Raccomandazioni UE all’Italia: abbassare il cuneo fiscale

La Commissione europea raccomanda all’Italia di ridurre il cuneo fiscale. Ma a pagarne le conseguenze saranno i soliti lavoratori onesti.
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Raccomandazioni UE all’Italia: abbassare il cuneo fiscale

La Commissione europea raccomanda all’Italia di ridurre il cuneo fiscale. Ma a pagarne le conseguenze saranno i soliti lavoratori onesti.
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La Commissione europea raccomanda all’Italia di ridurre il cuneo fiscale. Ma a pagarne le conseguenze saranno i soliti lavoratori onesti.
La Commissione europea raccomanda all’Italia di ridurre il cuneo fiscale, ovvero di far scendere il prelievo di imposte e contributi dai salari. Raccomanda di far scendere, non salire le tasse. Prima di farsi massacrare dai demagoghi sarà il caso di capire dove, mentendo, pensano di andare a parare. Esattamente quali vincoli intendano violare e a favore di chi. Gli onesti pagano troppo. E certo che il fisco deve salire ed essere assai più severo con molti, colpendo evasori fiscali, evasori dell’Iva, praticanti dello sport “Vuole la fattura o lo sconto?”. Far credere ai primi che li si sta difendendo nel mentre, in realtà, si sta difendendo i secondi non è solo un raggiro, ma anche il considerarli deficienti. Sapevamo che i tassi d’interesse sarebbero saliti, colpendo i debiti improduttivi. Sapevamo che i soldi di Next Generation Eu sono condizionati a riforme e investimenti. Sapevamo che ci sarebbero state delle verifiche. Negarlo è da imbroglioni. Ma c’è di più: che il cielo benedica vincoli e verifiche, che il cielo fulmini i nemici delle riforme. Ci serve un fisco efficiente, capace di far pagare il dovuto a tutti per far scendere la pressione sugli onesti. Ci serve la concorrenza perché dove la si è vista – dalle telecomunicazioni al trasporto aereo – i prezzi sono scesi, mentre dove non la si è vista sono saliti. E ci serve anche che si ponga un freno al deficit, perché alimentare la spesa corrente a debito corrompe la società e stronca l’Italia produttiva. Chi crede che sia una questione di schieramento si sbaglia. Basta leggere quel che sostiene il parlamentare Pd Umberto Buratti, che è poi quel che sostiene la Lega: gli stabilimenti balneari restino a chi li ha ereditati e se li tiene in famiglia, in caso contrario sia indennizzata anche l’invenzione della spiaggia. La Repubblica dell’indennizzo, governata da bonus a nulla. Non indicano mai un dettaglio: chi paga? Pagano quelli cui non si fa diminuire il cuneo fiscale, pagano quelli che non evadono, pagano i bagnanti che affittano a prezzi crescenti con canoni di affitto che non crescono per nulla (il che comporta meno incassi per l’erario, quindi nuova fregatura per gli onesti). Dove vanno a parare? Alcuni di loro a far cassa. Altri a comprare i voti con cui farsi eleggere e far cassa. Ma chi li guida punta a rompere i vincoli. Ed è qui che è bene capirsi. Nell’Italia della così detta prima Repubblica, non a caso finita con la fine della Guerra fredda, si poteva anche fare gli spiritosi, tanto i vincoli erano rigidissimi. Si arrivò anche ad eleggere un presidente della Repubblica contrario al Patto Atlantico (Giovanni Gronchi), con i voti raccolti da Enrico Mattei (Eni, petrolio) che raggruppò la sinistra comunista e mise la Democrazia cristiana con le spalle al muro. Si poteva (anche se poi gli succedette Giuseppe Saragat, uomo della sinistra, partigiano e atlantista di ferro, che esagerare non si poteva) perché eravamo nel mondo di Yalta e il vincolo dell’appartenenza all’area occidentale era per noi fortunatamente inviolabile, mentre per gli europei dell’Est era sfortunatamente inviolabile quello di stare sotto il tallone sovietico. Quel mondo è finito e ora Putin ci ricorda che non altrettanto è capitato all’espansionismo imperialista russo. Quindi comunisti e fascisti potevano diversamente convergere in “Fuori l’Italia dalla Nato, fuori la Nato dall’Italia”, tanto non ci credevano neanche loro. Il vincolo successivo ha traslocato da Yalta a Maastricht. Garantisce la nostra sovranità europea in un mondo non più diviso in blocchi. Chi vuole rompere i vincoli di Maastricht è il successore destro dei sinistri che volevano rompere Yalta. Persero, perdono e perderanno. In caso contrario ci perderemo. Perché l’Italia fuori da quei vincoli fa la fine del Libano o della Libia, scivola nel pantano mediterraneo e perde l’aggancio con la ricchezza e la sicurezza europee. Pagatori di tasse e risparmiatori lo sappiano: sarebbero i loro averi, la loro roba, a pagare il prezzo della dissolutezza. Se aggrada, s’accomodino. Ma degrada. Di Davide Giacalone

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