Referendum, urne aperte. Alle 12:00 affluenza al 7,4%. Quali sono i 5 quesiti
Si sono aperti alle 7:00 i seggi per il referendum dell’8-9 giugno. Le urne chiuderanno alle 23:00. Si vota anche lunedì: dalle 7:00 alle 15:00. Ecco quali sono i 5 quesiti
Referendum, urne aperte. Alle 12:00 affluenza al 7,4%. Quali sono i 5 quesiti
Si sono aperti alle 7:00 i seggi per il referendum dell’8-9 giugno. Le urne chiuderanno alle 23:00. Si vota anche lunedì: dalle 7:00 alle 15:00. Ecco quali sono i 5 quesiti
Referendum, urne aperte. Alle 12:00 affluenza al 7,4%. Quali sono i 5 quesiti
Si sono aperti alle 7:00 i seggi per il referendum dell’8-9 giugno. Le urne chiuderanno alle 23:00. Si vota anche lunedì: dalle 7:00 alle 15:00. Ecco quali sono i 5 quesiti
Ore 12:00 Alle 12:00 l’affluenza si attesta al 7,4%.
Si sono aperti oggi alle 7:00 i seggi per il referendum dell’8-9 giugno. Le urne chiuderanno stasera, alle 23:00. Si vota anche lunedì: dalle 7:00 alle 15:00.
Il quorum
Innanzitutto, due punti fondamentali:
- Si tratta di referendum abrogativi. Quindi la richiesta è di abrogare, ossia cancellare una norma. Per farlo, bisogna votare “Sì”. Con il “No” la legge rimane così com’è. Stessa cosa avviene con l’astensione, con il non voto.
- Per questi referendum è previsto un quorum, necessario. Il referendum è valido solo e soltanto se partecipa al voto almeno la metà più uno degli aventi diritto in Italia. Altrimenti il referendum non ha validità e non conta se chi ha votato (se meno del cinquanta più uno degli aventi diritti) ha scelto “Sì” oppure “No”.
Referendum, i 5 quesiti
Ecco quali sono i 5 quesiti del referendum dell’8-9 giugno.
1. Reintegro licenziamenti illegittimi. Ecco cosa chiede il primo quesito del referendum
Nel primo quesito si propone l’abrogazione di uno dei decreti del Jobs Act che riguarda il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti. Introdotto nel 2015. Se tale decreto venisse cancellato, si ristabilisce l’obbligo di reintegro del lavoratore nel suo posto di lavoro in tutti i casi di licenziamento illegittimo. Come già prevedeva – lo ricordiamo – l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Fino, appunto, al 2015. Tale punto riguarda tutti i lavoratori assunti dal 2015 in poi. In aziende con più di 15 dipendenti.
2. Licenziamenti e limiti indennità
Il secondo quesito invece chiede se si vuole eliminare il tetto massimo all’indennità dovuta ai lavoratori per i licenziamenti illegittimi nelle aziende con meno di 15 dipendenti. In tal modo si consente al giudice di determinare l’importo senza limiti predefiniti.
3. Tutela contratti a termine. Il lavoro al centro anche del terzo quesito del referendum
Nel terzo quesito i cittadini devono decidere se cancellare alcune norme che stabiliscono quanto un’azienda può assumere i lavoratori con contratti a tempo determinato. Ma non solo: anche a quali condizioni può prolungare e rinnovare proprio tali contratti.
In tal modo, si cancellano le norme – in vigore sempre dal 2015 – per ristabilire l’obbligo di una “causale” per i contratti a tempo determinato più brevi di 12 mesi. Si tratta quindi dell’obbligo di indicare per quale motivo si utilizza quel tipo di contratto.
Oggi l’obbligo esiste solo e soltanto per coloro che hanno il contratto a a tempo determinato che dura 12 mesi. O anche di più.
4. Responsabilità infortuni sul lavoro
Il quarto quesito chiede l’abrogazione della norma che esclude la responsabilità solidale del committente (ossia di colui che affida un lavoro in appalto), dell’appaltatore (colui che riceve l’incarico di fare il lavoro) e del subappaltatore (colui che, in alcuni casi, svolge il lavoro per conto dell’appaltatore) per gli infortuni sul lavoro legati al tipo di attività che svolgono le imprese appaltatrici o subappaltatrici.
“Responsabilità solidale” fa riferimento a tutti i soggetti coinvolti (in questo caso, come scritto poco prima: il committente, l’appaltatore e il subappaltatore). Essi hanno così gli stessi obblighi. Ad esempio l’obbligo di risarcimento verso chi subisce un danno di cui sono responsabili.
Oggi tale “responsabilità solidale” negli appalti non esiste. Non è prevista.
Se al referendum vince il “Sì”, in caso di infortunio di un lavoratore ne dovrebbe rispondere quindi anche il committente.
5. La cittadinanza italiana. Il quesito del referendum che più sta facendo discutere
Il quinto quesito del referendum è quello che, più di ogni altro, sta facendo discutere. Non solo oggi ma anche nei giorni scorsi. Si tratta del quesito riguardante la cittadinanza italiana.
Oggi per avere la cittadinanza italiana le persone maggiorenni nate in un paese fuori dall’Unione Europea devono risiedere legalmente in Italia per almeno 10 anni. Tale quesito propone quindi di cancellare questa norma. Per tornare invece a quella precedente in cui gli anni di residenza necessari erano dimezzati: 5 anni.
Tutti gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza previsti dalla legge del 1992 non sono invece modificati.
di Mario Catania
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- Tag: Italia, Referendum
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