Regionali 2023: vince Meloni, gli altri evaporano
Le elezioni regionali in Lombardia e Lazio si sono concluse con un trionfo netto del centrodestra e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni
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Regionali 2023: vince Meloni, gli altri evaporano
Le elezioni regionali in Lombardia e Lazio si sono concluse con un trionfo netto del centrodestra e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni
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Regionali 2023: vince Meloni, gli altri evaporano
Le elezioni regionali in Lombardia e Lazio si sono concluse con un trionfo netto del centrodestra e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni
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Le elezioni regionali in Lombardia e Lazio si sono concluse con un trionfo netto del centrodestra e della presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Ancora una volta hanno vinto (quasi) tutti. Il che fa ridere, considerato che quello del centrodestra è un trionfo, un cappotto, non una semplice vittoria. Travolte opposizioni mediocri, divise, senza una strategia, un disegno politico che vada oltre la sopravvivenza. Non per forza comune, ma almeno riconoscibile.
Anche nella stessa maggioranza di governo, che esce rafforzata dalla larghissima conferma in Lombardia e dal netto sorpasso nel Lazio, fanno tutti festa, anche se per Forza Italia e Lega si dovrebbe al massimo parlare di sospiro di sollievo. Hanno evitato di essere sbriciolate dal confronto con Fratelli d’Italia, ma nella loro regione simbolo – la Lombardia – sommandosi arrivano a fatica ai voti del partito di Giorgia Meloni, che alle ultime regionali non aveva toccato il 4%.
Comunque sia, vincitori tutti contenti o quasi, a cominciare proprio da chi ne ha più motivi: la presidente del Consiglio è l’unica che esca senza ombre dalla tornata elettorale e confortata nelle sue scelte in politica estera, dopo il disastroso Silvio Berlusconi di domenica sera e lo sfascio diplomatico sfiorato per un soffio. Il voto a valanga per FdI rassicura i Parsi alleati e confina il leader di Forza Italia in una ridotta vagamente patetica, sommersa dalle parole sprezzanti piovute dal governo ucraino e dalle difese deboli e ben poco convinte dei suoi stessi luogotenenti. La più umiliante, quella di un’autorevole fonte di governo riportata dal Corriere della Sera, secondo cui Berlusconi sarebbe stato “vittima delle fake news russe”. Come dire non capace di discernere propaganda e realtà.
Ormai è storia, mentre fra le opposizioni regna il caos. Anche in questo caso ciascuno si racconta una personalissima versione della realtà, a cominciare dal Partito democratico che mostra grande soddisfazione per non essere stato asfaltato dalla manovra a tenaglia di Movimento Cinque Stelle e Terzo Polo, con cui si era pure alleato nel primo caso nel Lazio e nel secondo in Lombardia. Non proprio la base più solida per costruire un progetto politico vincente.
Il M5S si conferma del tutto irrilevante alle amministrative e non gonfiato dal populismo esasperato di Conte, mentre il Terzo Polo ha totalmente fallito. In Lombardia, il flop della Moratti è stato impietoso.
Superato solo da quello della partecipazione al voto, con un’astensione monstre figlia di elementi che abbiamo sottolineato per mesi: le urla alla luna, i paroloni d’ordine, le “grandi” battaglie sui rave e i Pos, la rissosità insopportabile fine a se stessa. L’insipienza dei protagonisti, che all’opposizione giunge a livelli parossistici. Al nulla che si meraviglia dell’apatia che riesce a indurre.
Un rischio per la democrazia che la politica farebbe bene a non scaricare cinicamente sui cittadini.
di Fulvio Giuliani
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